Che bel giocatore Goran Pandev. Me lo ricordo ai tempi della mia Lazio. L’ho seguito anche quando è andato all’Inter e adesso che fa parte del Napoli faccio ancora di più il tifo per lui. Sembrava non dovere mai trovare la strada giusta per farsi apprezzare ed invece è riuscito a diventare protagonista. E vi dirò di più, vista la sua esperienza in Champions, risulterà fondamentale anche nel doppio impegno con il Chelsea nei quarti della competizione europea. Averlo in squadra è un lusso per tutti, ti permette di fare il salto di qualità. Ha senso della posizione, fa salire la squadra, non dà riferimenti all’avversario e calcia subito senza pensarci. L’altra sera col Cesena, neanche il tempo di entrare, che subito inquadrò la porta con un tiro pericoloso. È stato determinante per la qualificazione grazie a due punizioni che hanno trovato impreparato il portiere dei romagnoli. Al di là di tutto, sa come crearsi i varchi nelle difese avversarie, avere un attaccante come il macedone ti fa capire che la squadra partenopea è costruita nella maniera giusta. Poi vedo che tutta la squadra lavora per lui. Anche Cavani riesce a sacrificarsi per permettere al macedone di inserirsi. Ha trovato la giusta mentalità ma soprattutto si è ambientato bene in un gruppo che lo stima molto. Devo fare i complimenti a Mazzarri che ha insistito molto su di lui perché sapeva che prima o poi sarebbe esploso. Mi iscrivo al partito di chi difende Vargas. Non si può giudicare un calciatore, per giunta sudamericano, alla prima partita in maglia azzurra. Deve essere sostenuto e non bacchettato. Mazzarri ha detto subito di aver sbagliato a schierarlo dall’inizio perché preso anche lui dall’euforia di vederlo all’opera. Non è da lui. In questa sua esperienza nel Napoli non ha mai fatto debuttare dall’inizio un calciatore appena arrivato. Ricordo Dossena ma anche Ruiz e Mascara. Comunque, credo riuscirà a ritagliarsi gli spazi giusti, come ha fatto Pandev. Dovrà reagire subito chiedendo consigli ai suoi compagni di squadra e soprattutto allo staff tecnico di Mazzarri. Deve sentire la fiducia dell’ambiente per evitare di sentirsi già fuori dai giochi. È stato preso a gennaio ma se fosse arrivato a giugno sarebbe stato meglio. Avrebbe svolto tutto il ritiro, si sarebbe integrato e capito meglio le lezioni tattiche del suo allenatore. Cosa si può pretendere da un ragazzo che va in campo dopo solo quattro allenamenti? Niente, quindi non va bacchettato ma aiutato a crescere. Non dimentichiamo che anche Lamela a Roma sembrava un alieno alle sue prime esperienze con la casacca giallorossa. Oggi, nonostante i diciannove anni, è il punto di riferimento in attacco per Luis Enrique. Devo fare i complimenti ai napoletani che anche in una partita di Coppa Italia hanno riempito gli spalti del San Paolo. In trentamila sono accorsi a Fuorigrotta per assistere all’esordio di Vargas. I tifosi trasmettono emozioni uniche, fanno parte del gioco e per questo pretendono sempre il massimo dai propri beniamini. Mi immagino già che ai quarti del trofeo tricolore contro l’Inter o il Genoa che cosa accadrà. Dovesse il Napoli passare anche in semifinale avrebbe molte possibilità di arrivare dritto dritto in finale. A Roma. A casa mia.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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