Napoli secondo e Lazio terza. Beh, le storie dei campionati non sono poi così ricche di eventi come questi a quindici partite dalla fine. Match speciale, dunque, quello di stasera. Specialissimo per Bruno Giordano, romano di Trastevere, simbolo d’una Lazio d’altri tempi, ma anche bomber di quel Napoli che vinse il primo, storico scudetto.
E allora, signor Bruno, stringendo stringendo come la presenterebbe questa gara?
«Come l’appuntamento tra due squadre che nel momento cruciale del loro campionato si sono comportate in modo diverso. Mi spiego: quando è stato chiamato ad accelerare, a dare il meglio di se stesso, a recuperare sulla Juve, il Napoli l’ha fatto. In campo e fuori».
Che vuol dire in campo e fuori?
«Mi riferisco ai risultati, è ovvio, ma anche al mercato di gennaio. Con l’arrivo di Rolando, Armero e Calaiò, infatti, ha migliorato la sua rosa dando a intendere che vuol puntare ancor più in alto».
La Lazio, invece?
«La Lazio, invece, nel momento clou s’è persa. Un punto in tre partite e due sconfitte nelle ultime due pesano molto sui conti della squadra».
E per giunta stasera affronterà gli azzurri senza Klose e con un Hernanes sicuramente non al meglio.
«Un vantaggio per gli azzurri, non v’è dubbio. Ma per fortuna della Lazio, Floccari è in un gran bel momento. Non scopro nulla se dico che Ledesma, Hernanes e il tedesco sono i punti forti della squadra; ne mancassero due su tre sarebbe un bel problema».
Si travesta da Petkovic. Fosse al suo posto, come se la giocherebbe questa gara?
«Trovare le contromisure al Napoli non è semplice: se l’aspetti, se gli dai troppo campo è un rischio perché ha qualità; se invece l’attacchi ti offri a quelle ripartenze che sono la sua specialità».
E allora che si fa?
«Squadra corta. Punterei molto sugli spazi stretti per raddoppiare facilmente su Hamsik e Pandev, ispiratori di quel gioco d’attacco che poi ha in Cavani un eccezionale esecutore».
Bene, il Napoli è bloccato. Ma per vincere poi cosa farebbe?
«La Lazio è assai abile sui calci da fermo. Ci punterei molto. Anche perché proprio su corner e punizioni il Napoli spesso mostra sofferenze».
Quindi, partita tattica…
«Da noi la tattica c’è sempre ed è sempre importante, ma spesso un episodio cambia tutto. Mi aspetto un match bello e combattuto».
Anche lei pensa che quello dello scudetto ormai sia un discorso a due?
«Solo stasera avrò le idee più chiare. I risultati di Juve-Fiorentina e Lazio-Napoli, infatti, saranno indicativi. Tracceranno una strada alla stagione. Non dovesse vincere la Lazio non ci sarebbero più dubbi: quell’affare là sarebbe roba tra bianconeri e azzurri».
Napoli pronto, Napoli maturo per il grande successo?
«Certo che sì. Intendiamoci, la Juve ha grandi valori, ma quel che sta facendo il Napoli non è occasionale: è il frutto di un lavoro lungo e di una crescita costante. Non c’è da meravigliarsi che il Napoli sia secondo e punti apertamente allo scudetto».
E il Milan che sta andando così forte?
«Vero, sta risalendo bene, ma ha cominciato troppo male. Può puntare alla terza posizione ed è per questo che la Lazio deve deve stare attenta».
Torniamo al Napoli. Dovesse stilare una classifica degli azzurri che più l’hanno colpita chi metterebbe al primo posto?
«Cannavaro. Ha reagito a quelle accuse ingiuste, interpreta il carattere e la forza della squadra. In cima alla classifica ci metto proprio lui».
E poi?
«Poi è facile: Hamsik, Pandev, Cavani e Behrami».
E i tre della Lazio che metterebbe sul podio?
«Marchetti, poi Ledesma, poi Hernanes».
Ma tra questo Napoli e il suo che lo vinse nell’87 c’è qualche analogia?
«In comune hanno una sola cosa: l’entusiasmo e la straordinaria passione della gente. Poi più nulla. Noi di quel Napoli eravamo giocatori già fatti; gli azzurri di oggi, invece, stanno crescendo assieme».
Ultima domanda: Lazio-Napoli come finirà?
«Eh no, questa non la doveva fare!»
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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