Senza prendersi sul serio, però ragionando seriamente: si può e dunque si deve, sistemando nell’angolino del cuore i sentimenti e lasciando che la ragione abbia il sopravvento. Diego Armando Maradona visto da Bruno Giordano: che, su due piedi, potrebbe sembrare conflitto d’interesse affettivo; e invece non è come chiedere all’oste della bontà del vino, perché a Dubai c’è stato un bomber di Trastevere «che ha visto Diego all’opera da tecnico ed è rimasto sorpreso. Non ne parlo bene perché ne sono amico, ma perché ho avuto modo di verificare la sua serietà e la sua applicazione, i sistemi tattici e quelli didattici. E poi la puntualità, la capacità di far gruppo e la cura dei particolari: pur in assenza dello stress da calcio europeo, Maradona le vigilie le vive in ritiro. E poi devo dire che mi piace il suo modo di giocare: gli piace attaccare, ovviamente. Difesa a quattro e, se ha gli uomini, il tridente. O anche 4-2-4. Ho parlato con lui prima che ripartisse per Dubai: sente il richiamo per la panchina, per un mondo che gli appartiene. E l’idea che un giorno lui possa essere l’allenatore del Napoli mi induce a ritenerla idonea, adatta, entusiasmante. Perché intanto provocherebbe entusiasmo come nessun’altra soluzione. A Maradona non manca nulla neanche come tecnico».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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