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Bruni, skipper di Swordfish: «Per la Coppa ci siamo anche noi»

Il desiderio dello skipper palermitano è continuare a regatare nelle stesse condizioni meteo di questi giorni

«Ho solo un rammarico. Ieri ho festeggiato 40 anni, ma per 300 giorni all’anno faccio regate: il sole mi spacca la pelle, sembra che ne abbia 50». Francesco Bruni è di Palermo, zona Cattedrale ed è figlio del mare di Mondello. Sognava di guidare la rinascita di Azzurra nel 2000, ma l’assalto alla Coppa America lo darà sul team Prada. A Napoli sarà skipper di Swordfish prima di tornare al ruolo di tattico sull’AC72: lo scorso anno era su Piranha, come tattico: fu il più bravo a leggere il campo e ad indicare a Chris Draper, il timoniere, dove andare a raccogliere i refoli giusti.

Checco, emozionato?
«È la settima volta che timono un catamarano, mi sto allenando con grande attenzione e approfitterò delle gare napoletane per continuare a perfezionare meccanismi e movimenti con tutta il resto della squadra».
Che importanza ha Napoli in vista dalla Vuitton Cup di San Francisco?
«Io non sminuisco questa competizione, anche perché sarà l’ultima volta prima di luglio che avremo la possibilità di gareggiare con i nostri avversari a San Francisco. Poi noi avremo gli occhi di tutti puntati su di noi: forse sarebbe stato meglio che ci fossero stati più match race che regate di flotta».
In effetti, siete i favoriti a Napoli anche perché Artemis e Oracle hanno un po’ snobbato questa tappa?
«Quello che conta è continuare a crescere: ad Auckland abbiamo lavorato molto sodo, ora dobbiamo raccogliere i risultati di tutti questi mesi di allenamenti. La loro scelta? Una brutta cosa. Io al posto loro non l’avrei fatto».
Lo scorso anno siete stati la sorpresa?
«In effetti, neppure noi ci aspettavamo di essere così competitivi dopo così poco tempo».
Che condizioni meteo si augura di trovare nel Golfo?
«Quelle con cui abbiamo regatato in questi due giorni: sono eccezionali. Lo scorso anno in alcuni momento sembrava di essere sulle coste inglesi e in altri in un lago».
Ha partecipato a tre campagne olimpiche (Atlanta, Sydney, Atene) in tre classi diverse (Laser, 49ers, Star). Ora le boe dell’America’s Cup.
«Mi piace lo spirito di gruppo che si respira in questa squadra. Tutti inseguiamo un sogno: sono un uomo del Sud e non dirò mai di che si tratta».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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