Cambia la Coppa America e con le barche, la formula, mutano anche i ruoli e il modo di stare a bordo. Sugli AC45 delle World Series sono in cinque a regatare. E, timoniere a parte, gli altri si occupano delle regolazioni, del bilanciamento del peso, di alzare e abbassare le derive. Così, il timoniere è l’unico che ha la visione dei dati sui piccoli monitor a bordo. E con i ritmi frenetici di gara anche i ruoli non sono poi così definiti. Tanto che è nata la figura del Freestyler, ovvero il jolly. Il timoniere deve pensare al timone, alla regolazione della randa e nelle manovre è l’ultimo che si sposta da uno scafo all’altro, mentre gli altri scattano alla prima manovra e non stanno mai fermi salvo quando “escono alle cinghie” ovvero mettono le caviglie sotto delle resistenti bande fissate allo scafo e si sbilanciano quanto più possibile all’esterno per stabilizzare la barca. Le decisioni devono essere molto rapide e passano pochi secondi per l’attuazione. Il campo è piccolo, vanno rispettate le linee di demarcazione, nel passaggio alle boe le barche si fermano e bloccano il passaggio alle altre, insomma tante novità impegnative per chi era abituato ai monoscafi che ora a confronto, appaiono molto lenti.
« Mi aspettavo regate frenetiche, ma ad esserci dentro realmente ti accorgi che lo sono molto di più – confessa Francesco Bruni che al suo attivo ha già partecipazioni in Coppa America 2003 e 2007 oltre ad un invidiabile palmares – una cosa sono gli allenamenti e un’altra è trovarsi su un campo di regata stretto, con tante barche, con dei limiti che non devi varcare e con una barca che arriva a sfiorare i 30 nodi. Io sono facilitato perché ho fatto una buona esperienza sui 49er, ma comunque queste barche sono un’altra cosa. Qui ci si sente come una pallina del flipper che in breve tempo deve rimbalzare da una parte all’altra del campo di regata. E non è detto che anche chi ha esperienza sulle classi olimpiche abbia più possibilità perché questo è davvero un nuovo mezzo».
Da Luna Rossa lavorano per far crescere il Team senza rivalità interne e anche lo shore team, ovvero tutti coloro che operano a terra, dai progettisti ai responsabili della logistica, sono fondamentali per l’ottenimento di buoni risultati. Basti pensare che per ognuna delle operazioni di alaggio e varo (messa a terra e in acqua) della barca, sono necessarie quattro ore di lavoro e una gru per l’ala. Come noi spettatori avevamo imparato a seguire le regate della Coppa facendo attenzione al circling pre-partenza, a vedere 16 persone a bordo, a trattenere il fiato sugli ingaggi in boa, ora spettatori e campioni sono accomunati dal dover imparare una regata totalmente nuova, per format e per tipologia di barche. E qui si rischia che dopo aver capito gli AC45 il rimbalzo sui più grandi AC 72 con i quali si correranno il Louis Vuitton Trophy e la Coppa, rimescoli di nuovo le carte in tavola. Ragazzi, è la nuova Coppa America.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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