Nella squadra dei quattro tenori (ma Cavani è stato bocciato e sostituto da Mazzarri a metà del primo tempo) il pareggio in rimonta di Novara è stato firmato da un mediano, Dzemaili. È toccato a lui il compito di finalizzare il servizio di Lavezzi, il più brillante del Napoli post Champions, e di evitare la sconfitta, 14′ dopo la punizione di Radovanovic che ha sorpreso la barriera e De Sanctis.
Poco ha fatto il Napoli sul campo della penultima in classifica, questo punto è un passetto verso migliori posizioni: le partite con Roma e Genoa al San Paolo possono determinare il rilancio del Napoli, alla ricerca di una dimensione in Italia perché quella in Champions l’ha già acquisita. A quattro giorni dalla sbornia di Vila-Real, Mazzarri non ha effettuato un massiccio turnover e ha presentato la novità Hamsik a centrocampo, ruolo svolto da Marek con alterna fortuna nella Slovacchia. A Novara si è dato da fare in fase di interdizione e costruzione, cercando di supportare la manovra offensiva. L’esperimento dovrebbe essere ripetuto contro avversari di maggiore spessore. Il Napoli ha trovato un muro perché Tesser, per la prima volta, ha schierato la difesa del Novara a cinque: evidente l’intenzione di voler limitare al minimo i rischi contro Mazzarri.
Nel primo tempo si è visto, come sempre, Lavezzi, che ha cercato con corsa e dribbling di costruire l’azione buona. Effervescente il Pocho, evanescente Cavani: il Matador, poco tonico anche nell’ultimo match di Champions, si è tenuto alla larga dall’area, dove due volte si è infilato Maggio, che però non ha agganciato il pallone servito da Lavezzi a pochi passi da Ujkani (10′) e poi ha colpito di testa a lato (34′) su cross di Dossena. Impostata la partita sulla difensiva, il Novara si è affidato al giocatore dal miglior piede, Rubino, ed è stato lui il più insidioso per il Napoli, prima di testa (21′, a pochi passi da De Sanctis) e poi di piede (36′, salvataggio di Aronica).
Più vivace l’apertura della ripresa, con il Novara che ha cercato con Rubino o Rigoni il cross sul secondo palo per sorprendere De Sanctis. E in effetti Mazzarani (14′) e Rubino (18′) sono arrivati a pochi passi dalla porta, tuttavia senza creare ansie particolari. Per ravvivare la manovra offensiva Mazzarri stavolta non ha tirato fuori Pandev, come nelle partite con Atalanta e Juve, ma Cavani, che non era mai riuscito a vederla e aveva spesso perso palla. Dentro Mascara, però il sussulto forte è arrivato dall’altra parte, perché il Novara è passato in vantaggio, su punizione di Radovanovic, concessa per il fallo (contestato) di Cannavaro su Rigoni. La barriera si è aperta e De Sanctis non è stato in grado di respingere la bordata. Mazzarri ha tirato fuori un difensore, Aronica, e ha inserito Zuniga, passando con la difesa a quattro e avanzando Maggio. Poi, ecco Inler per Dossena.
È così partito l’ultimo disperato assalto, finalizzato da Dzemaili (secondo gol di fila per lo svizzero) a nove minuti dalla fine, piena «zona Mazzarri». Lavezzi ha trovato lo spazio sulla sinistra per un numero dei suoi e ha infilato il pallone in area, clamoroso è stato il liscio di Hamsik, però è arrivato in corsa l’altro centrocampista che ha scaraventato il pallone in porta, facendo urlare di gioia i tremila tifosi sistemati proprio dietro alla porta del Novara. Si è ripetuto quanto accadde a Bergamo: fuori l’autore del gol (Denis e Radovanovic) e pari del Napoli. Che sa tirare fuori il carattere anche contro le piccole.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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