Quando la voce dello stop del Pipita si è diffusa, a tutti è venuto un brivido lungo la schiena: oddio, è adesso? Il novello Jeppson (detto per l’appunto negli anni 50 ‘o Banco e Napule) vale qualcosa come 90 milioni di euro ma soprattutto vale una media di circa un gol di media a partita. E dunque è chiaro che dalle 16,03 in poi – ora esatta dello scontro – sono stati i minuti di Higuain, anche se è solo un mercoledì, un banale mercoledì senza partite ufficiali. Si è parlato solo di lui, delle sue possibilità di recupero per la gara con il Genoa, dell’attesa di una guarigione lampo, dell’angoscia di non potercela fare, dei dubbi su chi far giocare al suo posto e dell’eventuale modulo da adottare in sua assenza. Higuain ha rimediato solo «una botta» di poco conto. Eppure la mobilitazione dello staff medico è stata totale: lo hanno preso, portato nello spogliatoio e verificato subito che si trattava di roba di poco conto. Da curare con un po’ di ghiaccio. E del riposo precauzionale. La giusta terapia per un calcione. C’è chi persino si è offerto di accompagnarlo a casa alla fine dell’allenamento, per evitare al piedino d’oro e sofferente di affaticarsi eccessivamente: ma Gonzalo ha ringraziato e ha lasciato il centro tecnico di Castel Volturno per conto suo. Higuain, a meno che nella notte la caviglia non si gonfi (ma la cosa viene esclusa in maniera categorica) giocherà regolarmente domenica al San Paolo: De Nicola, il responsabile dello staff sanitario, attende di rivedere il Pipita stamane prima di decidere di eseguire degli accertamenti clinici. Ma ieri sera non era stato prescritto nulla. Se non il riposo. Regini si è scusato subito con Gonzalo e con tutti: la dinamica dello scontro, d’altronde, lo scagiona. È stato un incidente involontario per il tentativo di anticipare l’argentino e l’impatto tra le due caviglie (peraltro pure l’ex doriano si è fermato dolorante).
Fonte: Il Mattino
