Al San Paolo vince (3-1) la Roma con un’autorete in avvio di De Sanctis e i gol di Osvaldo e (nel finale) di Simplicio. Il Napoli si è svegliato troppo tardi, a 8′ dalla fine, quand’era sotto di due gol e aveva fornito una deludente prestazione. Un sussulto il gol di Hamsik. Nel, però, finale non è arrivato il pari, ma il terzo gol dei giallorossi: la classifica preoccupa, gli azzurri sono a dieci punti dal terzo posto. Il Napoli dev’essere rimasto a Vila-Real, dove mercoledì 7 ha compiuto l’impresa della qualificazione agli ottavi di Champions League, o dev’essere ancora in volo nei cieli d’Europa. Perché la squadra che si è vista in campionato dopo l’impresa consumata in Spagna indossa panni differenti da quella in grado di eliminare il Manchester City. I giocatori ribattezzati titolarissimi da Mazzarri sono affaticati: s’era visto a Novara e la conferma è arrivata contro la Roma. Non è stato l’errore – pesante – di De Sanctis a condizionare l’esito della partita: dopo, il Napoli ha prodotto poco, il palo di Lavezzi (uscito per infortunio ad inizio ripresa) e il gol di Hamsik, svegliatosi dal torpore soltanto a sette minuti dalla fine. Non c’è stato l’ennesimo colpo in «zona Mazzarri», la Roma ha firmato anche la terza rete con Simplicio. I giallorossi, attenti e ben messi in campo, hanno raggiunto gli azzurri, svagati. Il Napoli ha perso la prima chance casalinga per un bel passo avanti in classifica. Mercoledì arriva il Genoa.
La partita si è fatta subito in salita a causa dell’errore di De Sanctis, che ha sistemato nella propria porta il pallone (sfiorato anche da Aronica) che era stato scaraventato in area da Lamela, bravo a saltare Campagnaro e Cannavaro. Colpito a freddo, dopo meno di tre minuti, il Napoli è partito all’assalto della Roma, concedendole però campo, in particolare a Totti, su cui è stata piazzata soltanto in un secondo momento la marcatura di Inler. Né lo svizzero né Gargano erano efficaci nel lavoro di copertura, così come sul lato sinistro male funzionava Zuniga in fase difensiva. Sull’altra fascia Maggio saltava Taddei, però i suoi palloni erano facilmente agganciati da Stekelenburg. A un soffio dal pareggio arrivavano gli azzurri al 24′: assist di Zuniga per Hamsik, che a porta vuota commetteva un errore clamoroso e alzava il pallone. Lavezzi provava a dare vivacità alla manovra (spento Cavani, com’era già accaduto contro Villarreal e Novara: nel primo tempo il piede del Matador si notava soltanto per una respinta nella sua area) e colpiva il palo al 33′, calciando di destro su servizio di Hamsik.
Era una fiammata, non la svolta. La Roma difendeva bene e ripartiva con efficacia, sfruttando la lentezza di centrocampisti e difensori azzurri. E così Ovaldo sprecava due ottime palle gol (35′ e 38′) a pochi passi da De Sanctis e Lamela, sfuggito ancora a Campagnaro, centrava il palo al 41′ su passaggio di Simplicio. A segno il Napoli arrivava all’inizio della ripresa, però l’arbitro Celi aveva interrotto l’azione prima della deviazione di Cavani in porta, a causa di un contatto tra Maggio e Rosi, non apparso fallo così marcato. Al possibile pareggio seguivano due episodi decisivi: l’uscita di Lavezzi per infortunio muscolare, probabilmente provocato da una scivolata sotto porta, e il raddoppio di Osvaldo, che aveva tutto il tempo per appoggiare il pallone servito da Totti in porta, perché Campagnaro lo lasciava fare e De Sanctis non usciva dai pali.
Il Napoli avrebbe potuto riaprire la partita a otto minuti dalla fine, dopo il gol di Hamsik. Arrivava anche quello di Pandev, ma era annullato per precedente fuorigioco di Cavani. L’abbondanza di punte non consentiva l’automatica rimonta e nella stordita difesa azzurra si fiondava Simplicio, servito da Perrotta: tiro deviato in porta da Cannavaro. Che, dopo qualche secondo evitava la quarta rete, respingendo sulla linea il tiro di Osvaldo. Giù fischi per gli eroi d’Europa, che malanotte.
La Redazione
P.S.
Fonte: Il mattino
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