Quanti ricordi, quanti bei ricordi e quanto affetto. Bologna la Dotta nel cuore, certo, ma domani non si passa. C’è poco da scherzare, poco da sorridere: l’ultima volta che Napoli e Bologna si sono incontrati, finì con una sconfitta tremenda che escluse gli azzurri dalla Champions, nonostante il vantaggio sulle inseguitrici e la tranquillità di un avversario già salvo. «E chi se lo dimentica: sarà un motivo in più per vincere». Il morso del barracuda.
MARE AZZURRO – Sì, il pescatore provetto Miguel Angel Britos, grande appassionato di surfcasting (pesca dalla spiaggia) nonché compagno di battute nel Golfo di Cavani, si definisce così: «Se fossi un pesce? Io un barracuda». Ma ce n’è per tutti: «Mazzarri invece uno squalo, perché non molla mai: lavora sempre come un matto sulla tattica. Uno squalo anche il Matador, implacabile. Inler, una cernia; Behrami un’anguilla. Insigne? Un piccolo sarago, veloce». Gran finale dedicato ad Hamsik: «Lui, un pesce vela? per la cresta!». Comincia così, con la divertente composizione di un mare molto azzurro, la chiacchierata di Britos ai microfoni di Radio Marte Stereo. Poi, però, si fa sul serio: «Dopo la sconfitta con l’Inter, bisogna fare soltanto una cosa: tornare subito a vincere».
DORMITA GENERALE – Peccato, allora, che sia il suo Bologna a presentarsi al San Paolo: «Sono molto grato a questa società, ho vissuto tre anni bellissimi. Detto questo, mi spiace per loro: vinceremo noi». Chiaro? Le tre stagioni emiliane, dal 2008 al 2011 con 71 presenze e 4 gol, sono una parte fondamentale della vita del mancino uruguaiano, ma ora è Napoli il suo regno. E’ il Napoli la squadra con la quale spera di trovare la definitiva consacrazione e di vincere qualcos’altro, dopo la conquista della Coppa Italia: «Siamo ancora molto arrabbiati per la sconfitta di Milano: non meritavamo di perdere. Quel gol dopo otto minuti ha condizionato la partita, e pur avendoli schiacciati non siamo riusciti a recuperare». La rete di Guarin, affilato come una lama in perfetta e beata solitudine, non si dimentica: «Abbiamo dormito un po’ tutti: Mazzarri prepara sempre molto bene le partite, ma nessuno si aspettava quello schema».
LA GRINTA – Mea culpa e via. Si riparte: « Certo, da subito, perché pur avendo perso, abbiamo fatto il massimo. Anzi, credo che abbiamo giocato anche meglio di loro. Siamo già pronti e carichi per vincere la prossima». Con il Bologna. L’ultima volta è andata male e sfumò la Champions: «Loro erano già salvi, ma ovviamente, com’è giusto che sia, fecero la loro partita e vinsero. E’ il calcio: un motivo in più per batterli al San Paolo».
IL GRUPPO – La carica è quella giusta. «Il nostro è un gruppo eccezionale, non ci arrendiamo mai. Siamo tutti uniti. Ecco, se la Juve è una delle migliori, o magari la più forte considerando i risultati e la capacità di riuscire a vincere anche quando gioca male, credo che l’arma in più del Napoli sia il gruppo: ce la possiamo giocare con tutti, Juventus e Inter comprese. Bisogna necessariamente evitare i cali di tensioni, sono quelli che ci hanno fatto perdere punti: con il Milan avremmo potuto chiudere anche 3-0 e invece ci siamo fatti rimontare».
GIOIA E DOLORI – Domani Britos ci sarà ancora dal primo minuto, insieme con Gamberini e Cannavaro. A proposito del capitano e di Grava: «Non capisco molto di giustizia sportiva, ma onestamente c’è un po’ di rabbia e timore di perdere due giocatori come Paolo e Gianluca: loro sono innocenti, speriamo che tutto finisca bene. In modo pulito. Lo spogliatoio, però, è sempre più compatto: insieme superiamo ogni ostacolo». Meglio, invece, dal punto di vista personale: «Sono contento di aver ritrovato continuità, ma posso fare di più. Posso migliorare. L’importante è avvertire fiducia».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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