La giornata è stata di quelle da lavoro straordinario per tutta la difesa e alla fine, stanco ma al settimo cielo per i tre punti conquistati e per essere riuscito insieme ai compagni a tenere inviolata la porta azzurra, il mastino uruguaiano Miguel Angel Britos è pronto ad alzare le braccia per festeggiare insieme ai compagni. Una vittoria sudata, così come era nelle previsioni contro una squadra tosta come il Cagliari che davanti ai suoi tifosi ci teneva a fare una bella figura e soprattutto ai regalare ai sedicimila di Is Arenas i primi tre punti dell’impianto aperto al gran completo.
SODDISFAZIONE – La corsa verso la testa della classifica prosegue in grande stile con un successo che, alla luce dello stop della Juventus in casa del Milan domenica sera, vale praticamente doppio. «Noi ci pensiamo da quando è iniziato il campionato – la conferma di Britos – a cercare di stare in corsa assieme alla Juventus anche se sappiamo che non sarà una cosa facile. Noi ci proveremo fino alla fine e giocheremo da qui alla fine della stagione le partite che rimangono come se fossero tutte delle finali. Poi alla fine faremo i conti». La mentalità è quella vincente e non potrebbe essere altrimenti perché diversamente non sarebbe arrivata una vittoria su un campo così difficile. «Sapevamo che non sarebbe stata semplice questa partita perché il Cagliari è una buona squadra che ti attacca sempre e che cerca di imporre il suo gioco. In più avevano dalla loro parte uno stadio pieno e questo per noi era un elemento di ulteriore difficoltà». Il Napoli, però, aveva nel mirino i bianconeri e non poteva certo permettersi il lusso di perdere una così ghiotta occasione per portare le distanze ad appena due lunghezze. «Noi sappiamo di avere un ottimo gruppo e credo che lo abbiamo dimostrato contro il Cagliari. Non era semplice riuscire a fare un risultato positivo su questo terreno di gioco e sono arrivati addirittura i tre punti».
ASSENZE PESANTI – Senza considerare il fatto che agli azzurri di Mazzarri mancavano anche pedine fondamentali del calibro di Cavani, Campagnaro e Pandev. « Sono giocatori che possono fare la differenza e la loro assenza si fa sentire, ma abbiamo a disposizione anche altri elementi che se chiamati in causa posso dare il loro contributo. Così è successo perché tutti hanno dato il massimo e alla fine è arrivato il risultato pieno». Anche perché proprio per uno come Britos non era semplice rientrare con appena due presenze messe insieme fino a questo momento e riuscire a fare bene contro avversari temibili come Nenè e soprattutto lo sgusciante Sau. Quando non c’è riuscito con le buone, il centrale azzurro si è fatto sentire con il fisico soprattutto nella battaglia tutta sudamericana con l’attaccante brasiliano Nenè che, comunque, è stato costretto a girare alla larga dall’area di rigore di De Sanctis. «Devo dire che è stata una bella partita perché il Cagliari è riuscito a metterci in difficoltà in alcune occasioni, ma noi ci siamo sempre difesi con ordine e non abbiamo rischiato più di tanto». Resta, comunque, una vittoria che con i tre punti consente ai partenopei di arrivare a quota trenta e pensare alla sfida, sulla carta semplice, in programma nel prossimo turno al San Paolo contro il Pescara. «Ora ci godiamo questa vittoria che secondo me è meritata perché abbiamo sfruttate nel migliore dei modi le poche occasioni che ci hanno concesso. E’ una vittoria del gruppo che ha dimostrato come può togliersi ancora altre soddisfazioni perché vogliamo stare in alto più a lungo possibile». Con l’abilità e il cinismo messo in campo ieri sera a Cagliari, tutto è possibile per questo Napoli. Non resta che evitare i cali di concentrazione e, come è accaduto a Is Arenas, sfruttare al massimo ogni occasione per rilanciare la corsa verso il tricolore che, per scaramanzia, rimane un discorso tabù all’interno dello spogliatoio. «Ripeto, per noi è importante pensare gara dopo gara, come se fosse l’ultima e poi i conti li faremo solo alla fine della stagione. Resta la soddisfazione per questa vittoria che dimostra come tutti quanti, quando chiamati in causa, possono diventare fondamentali».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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