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Britos, il regista della difesa

Il difensore ex Bologna vuole recuperare il tempo perduto a causa di un lungo infortunio

Quando Mazzarri all’indomani della squalifica di Cannavaro gli chiese la disponibilità a provare da centrale in una difesa a tre, Miguel Angel Britos non ebbe un attimo di esitazione: «Mister, per il Napoli sono disposto a giocare anche in porta. E’ ovvio che dovrò prendere confidenza con il ruolo, ma disponga di me come crede».

SINISTRO NATURALE – Britos, ventisette anni e cinque mesi, si sente in debito di riconoscenza nei confronti del Napoli. Venne rilevato a luglio del 2011 dal Bologna per una cifra piuttosto importante (circa nove milioni di euro a fronte dei quattro spesi dai felsinei tre anni prima). Intorno a lui, un carico di aspettative enormi. «Finalmente un difensore fisico, abile nel gioco aereo, di piede mancino», dicevano in tanti. Ma neanche il tempo di iniziare il campionato, ecco un malaugurato infortunio tagliarlo fuori dai giochi: frattura al quinto metatarso del piede destro. L’incidente, nel corso dell’amichevole con il Barcellona per il trofeo Gamper, il 22 agosto del 2011, al 42 del primo tempo. Britos restò nella capitale catalana dove esiste una clinica altamente specializzata in questo tipo di frattura (la scuola del professor Villarubia) e da lì cominciò il calvario della riabilitazione, poi della rieducazione, infine dell’esercitazione lenta e graduale nel calciare il pallone. E fu proprio in quel periodo che la presenza e l’apporto di Salvatore Aronica si rivelò preziosa sia in Champions League che in campionato. Il difensore palermitano riuscì a mascherare un’assenza così importante nell’economia del gioco di Mazzarri.

IL RITORNO DEL GUERRIERO – Britos tornò in campo a gennaio del 2012, collezionando in tutto undici presenze, realizzando anche un gol, in casa con il Chievo Verona, il 13 febbraio dello scorso anno. Su di lui contava ad occhi chiusi anche Mazzarri ad inizio di questa stagione agonistica. Ma dopo l’avvio in Supercoppa Italiana a Pechino e le prime due giornate di campionato (a Palermo ed in casa con la Fiorentina), ecco il secondo kappaò per l’uruguagio amante della pesca e grande amico di Cavani: stiramento agli adduttori della coscia destra, ennesima sosta forzata, stavolta prolungata nel timore di ricaduta. Ma Britos, aiutato moralmente dai compagni ed assistito con grande professionalità dallo staff che fa capo al dott De Nicola, in particolare dall’addetto al recupero infortunati, Rosario D’Onofrio, è riuscito a superare anche questo secondo momento negativo della sua permanenza del Napoli ed oggi ha tanta voglia di recuperare il terreno perduto. Britos è di carattere forte. Non si è mai abbattuto ed ha sempre lavorato scrupolosamente per tornare a disposizione di Mazzarri. Ha aspettato il suo momento per rientrare in squadra visto che Gamberini stava dando prove di grande affidabilità. E quando ha ripreso a fare capolino con la maglia da titolare (in casa con il Dnipro in Europa League ed a Cagliari in campionato) è riuscito a strappare non pochi consensi: il giocatore era tornato quello di prima, grintoso, tenace, seppure ancora un pò a disagio nell’uno contro uno e non proprio un fulmine nei recuperi. Mazzarri ha pensato a lui quando la scure della Disciplinare si è abbattuta su Cannavaro (e Grava). «Te la senti di agire da centrale?», gli disse. E Britos che in quel ruolo si era già districato ma in una difesa a quattro ce l’ha messa tutta per mettere in pratica i suggerimenti dell’allenatore. Al resto hanno pensato Campagnaro e Gamberini piazzati ai suoi fianchi. Positiva la prestazione di Siena. Non sono mancati gli apprezzamenti per l’attenzione e la calma nel governare la sfera. Ma ora per Miguel Angel Britos arriva l’esame- verità: dovrà fronteggiare uno dei migliori attacchi del campionato e rimanere sempre sul chi va là sugli inserimenti dei giallorossi. In attesa che arrivi un centrale di ruolo, tocca ancora a Britos tamponare l’emergenza e convincere il Napoli che non si era sbagliato a puntare su di lui. L’uruguagio dovrà fungere da regista difensivo nella fase attiva e nello stesso tempo agire da baluardo in quella passiva. E se dovesse capitare, andare a staccare di testa sui calci d’angolo e sulle palle inattive, il suo pezzo forte. E’ il momento di ripagare il Napoli ed io suoi tifosi che hanno saputo aspettarlo per un anno e più.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.


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