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Britos e Vargas, il Napoli rilancia il tandem latino

Per l'attaccante cileno questo dovrebbe essere l'anno del riscatto

Tre più due: è l’offerta d’una estate all’insegna dello spending review; è il mercato in cui l’analisi va affrontata rigorosamente a tutto campo (panchina compresa); è il momento delle riflessioni, dei tagli ma anche della risorse interne; è il ritiro di Miguel Angel Britos e di Eduardo Vargas, i mister X da far emergere dal sottoscala di una annata o di un semestre faticoso.
E’ il Napoli del compri tre ma ritrovi (anche) due soggetti smarriti nelle pieghe d’una stagione caratterizzata pure da qualche contraddizione in termini divenuta indecifrabile e ora da svelare. Si (ri)parte e, stavolta, attenti a Britos e a Vargas, il tandem sudamericano costato un occhio della fronte e però rimasto ai margini d’un Napoli capace di vincere la Coppa Italia, di riguadagnare l’Europa League e di spingersi ben sino agli ottavi di Champions e di toccare quasi i quarti, facendo tremare il Chelsea, mandandolo in tilt, costringendolo ai tempi supplementari, non prima d’essere stato ad un passo dalla eliminazione.

LEGITTIMO DIFENSORE – Il tormentone del giugno del 2010, il tormento d’agosto 2011, quando al Camp Nou il crac costa a Britos un intervento chirurgico e cinque mesi dolorosi, condensati dalle allusioni per un rientro divenuto (improvvisamente) un miraggio, rinvii a ripetizione, sino a quando non gli si spalanca il san Paolo dinnanzi e tutto svanisce. L’affare d’un anno fa in realtà si realizza con dodici mesi di ritardo, ma quando De Laurentiis consegna Britos a Mazzarri, si chiude un cerchio e si spalanca il portafogli: circa sette milioni di euro per avere il difensore del Bologna e, come integrazione, il prestito del giovane Vitale. Una cifra imponente, che non spaventa Aronica, titolarissimo del ruolo, confermatissimo sul campo pure con la concorrenza del sudamericano, che studia i movimenti della difesa a tre alle spalle del palermitano e deve accontentarsi di briciole: in campionato, sono appena undici presenze, con 660 minuti giocati ed un gol (al Chievo); in coppa Italia, altre due apparizioni.  Trecentosessantacinque giorni dopo (più o meno), quei soldi non hanno perso valore, né s’avverte il bisogno di svalutarli: Britos riparte, alle spalle di Aronica, per dimostrare che l’uomo e il calciatore ci sono, e per giocare d’anticipo è già arrivato a Napoli. Il conto alla rovescia è prossimo allo (anno) zero.
SPEEDY GONZALES – Un blitz: toccata e fuga, lasciandosi trascinare dalla velocità supersonica di Eduardo Vargas, per gli amici e per il popolo turboman, il pallone d’argento del Sud America -alle spalle di Neimar- il bomber sorprendente che ha chiuso il 2011 con i fuochi pirotecnici. Undici milioni di euro sull’unghia, cash, per avere un genietto inseguito pure dal Chelsea e dall’Inter e però sbarcato a Castelvolturno con l’avvento della Befana, un colpo salutato con enfasi e però ancora alla ricerca degli effetti (speciali) desiderati.

Edu Vargas s’è visto talmente poco, che non s’è avuta percezione del suo talento: dieci presenze, appena centocinquanta minuti effettivi giocati (poco più di una partita e mezza), nessun lampo abbagliante, solo una serie di buonissime intenzioni ed una pioggia di complimenti che Grava & company gli hanno riservato a taccuini chiusi o spalancati: «In allenamento ha fatto vedere cose fenomenali. Questo è l’anno della sua esplosione».

18 MILIONI DI DESIDERI – L’anno di Vargas è anche l’anno di Britos, diciotto milioni di euro e ottimi motivi per credere che il mercato possa nascondere altre sorprese: un difensore di destra, un centrocampista di interdizione e poi anche di costruzione e poi pure un esterno di fascia; ma attenti soprattutto a quei due, che già sanno tanto di Napoli e parecchio vogliono far sapere di loro.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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