Non buona la prima, ma solo quella. Poi sette di campionato e due di Europa League senza mai perdere. Così è se vi pare, perché questi sono (incoraggianti) conti alla mano, perché David Lopez Silva ci ha messo veramente poco a convincere quell’intera piazza che appariva quasi del tutto scettica sul suo approdo in azzurro. E invece: il Napoli con lui in campo ha perso una sola volta, a Udine (1-0), dopo il vero e proprio esordio con la nuova casacca contro lo Sparta Praga, tre giorni prima (18 settembre). Per sette minuti, solo un piccolo assaggio. Ma quello che più conta è che il suo rendimento è stato addirittura sorprendente. Sbugiardati presto i numerosi detrattori a scatola chiusa. A detta loro, e in una maniera nemmeno tanto ortodossa, in alcuni casi addirittura ingiuriosa. Tanto che era toccato a Benitez fare il pompiere: «non pensiamo sia Gonalons, ma ci servirà», ribadendo il concetto anche di recente: «Non è un fuoriclasse, ma è un calciatore di ruolo. Ciò che cercavamo in quella zona del campo». E lui zitto, pensando solo a pedalare per ammutolire i malpensanti del partito preso. E se poi, sempre conti alla mano, fra sei mesi dovesse continuare a non essere Gonalons, ma qualcosa in più? Tutto può essere e tutti lo sperano. Per ora il tecnico e, naturalmente, il ds Bigon hanno avuto ragione, persino i più ostinati si stanno ricredendo. Il marcantonio di Barcellona cresce di match in match: già da principio aveva dato idea di padronanza del ruolo e solidità (con quel fisico poi…), ma soprattutto di riuscire a garantire da subito ciò che gli si chiedeva. L’interpretazione di un ruolo, appunto, in quella linea mediana che solitamente aveva visto avvicendarsi diversi attori, dov’erano emerse falle preoccupanti. Semmai con un occhio vigile sulla difesa (agendo a stretto contatto col reparto arretrato, cui sta assicurando quella sicurezza che mancava) e l’altro a guardare avanti, verso i trequartisti. Perché poi, lo si è visto, non solo riesce ad essere molto convincente come interditore ma, quando è possibile, sa pure rilanciare l’azione. Facendolo molto bene in talune occasioni, tipo quella di San Siro, con l’assist al bacio (di sinistro) per la seconda rete di Callejon all’Inter. D’altronde, pur non essendo un fuoriclasse, don Rafa lo aveva inserito nella lista della spesa, non fra i primissimi ma nemmeno fra gli ultimi. E’ arrivato il 31 agosto, allo scadere della sessione estiva di mercato, dopo aver disputato un’intera partita, solo una settimana prima, con l’Espanyol (nelle cui giovanili era cresciuto). In punta di piedi, e tutto sommato per una cifra tutt’altro che scandalosa, se rapportata a quanto sta offrendo. Cinque milioni ed un quinquennale, ma ora il suo valore potrebbe già essere lievitato del cinquanta per cento. E continua a crescere.
Fonte: Corriere dello Sport
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