Dal Trapani a Trapani. Dall’ultima gara in gialloblù prima dell’esonero (il ritorno a fine febbraio dopo l’interregno di Fulvio Pea), a quella che potrebbe essere l’ultima con un piede in B della Juve Stabia. Che strano destino quello di Piero Braglia che, domani con i gialloblù, sul campo siciliano, potrebbe dire addio anche aritmeticamente al torneo cadetto. Un Trapani indigesto per lui che, proprio dopo la sconfitta interna targata Mancosu, dovette lasciare la panchina, sia pure per pochi mesi, dopo un triennio dorato: «Sabato dobbiamo onorare l’impegno, ribadisce a chiare lettere il tecnico stabiese, a dispetto della retrocessione e di un avversario che, come noi il primo anno, è stato bravo a confermare un gruppo vincente e a puntare su giocatori che avevano fame. Proveremo a dar fastidio al Trapani, come alle altre avversarie nelle sette gare che mancano da qui alla fine del campionato. Dovremo essere bravi a dare un senso a quest’epilogo per rendere il boccone un po’ meno amaro». Dalla finale del Flaminio a Roma del 19 giugno 2011 al mesto ritorno in Lega Pro: si chiude l’era del tecnico toscano a Castellammare. «Il passato? Onestamente più che agli amarcord, in questi giorni ho pensato alla partita con l’Avellino e alla prova tutta cuore e carattere della squadra. E mi sono rammaricato per quanto poteva essere e non è stato. Ci avessimo messo tutto quello visto con gli irpini nelle altre trenta partite, avremmo potuto chiudere tra le prime dieci e non ultimi, così distaccati dalle altre formazioni». Del pari con l’Avellino si è parlato in questi giorni per una segnalazione delle agenzie in Procura in merito ad un flusso anomalo di scommesse: «Non ne sapevo nulla e sono cose a cui non voglio pensare. Noi il derby abbiamo cercato di vincerlo. Ormai in Italia si è instaurato un clima brutto, basta qualunque cosa per far pensare a male. Ricordo cosa accadeva ai miei tempi: c’era gente che scommetteva sui portieri di serie A che, poveri loro, neppure lo sapevano…». Una sconfitta a Trapani e una vittoria del Cittadella a Reggio sancirebbero ufficialmente il ritorno in una Lega Pro che Braglia considera già una vera B2:«Ci sono tante piazze importanti, un campionato difficilissimo. I derby? Personalmente credo si debba dare alle società la possibilità di giocarli, anche perché 7-8 partite del genere possono portare solo benefici ai bilanci. Il campanilismo? Io sono per gli stadi pieni, anche senza le recinzioni, la gente ormai deve mettere da parte certi atteggiamenti e dimostrare la maturità per avere una squadra a certi livelli».
Fonte: Il Mattino
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