La Juve Stabia non ha un’anima. È l’accusa di un Piero Braglia deluso da un avvio di stagione che si augurava potesse essere ben diverso per un club gialloblù che ha operato sul mercato seguendo fedelmente le sue indicazioni.
Ad irritare il tecnico toscano è stata la clamorosa involuzione che il proprio undici ha registrato a Reggio Calabria dopo la splendida prestazione contro lo Spezia della settimana precedente. «Al Granillo abbiamo gettato via una partita che dopo il gol di Suciu avremmo potuto gestire in maniera ben diversa – spiega Braglia – perdere in quel modo ha dimostrato che ad oggi la nostra non è ancora una squadra. La reazione della Reggina era obbligatoria, noi siamo stati ingenui nel farci schiacciare nella nostra area di rigore senza mai riuscire a riportarci in avanti. Dobbiamo lavorare moltissimo, ancora una volta abbiamo subito tre reti evitabilissime». Per l’allenatore grossetano, ormai esperto in partenze a rilento, è semplice individuare le ragioni dei tanti errori: «Non abbiamo ancora una nostra identità, finché l’egoismo prevarrà sul collettivo non andremo da nessuna parte. Sono convinto che raggiungeremo la salvezza con la rosa allestita dal patron Manniello, per riuscirci dovremo però comprendere che il sacrificarsi per il compagno vale molto più della bella giocata di un singolo che resta poi fine a sé stessa. In queste settimane ho visto troppi ragazzi pensare esclusivamente al proprio orticello e tal atteggiamento si riflette anche in campionato, mi auguro che gli elementi più esperti facciano sentire la propria voce riportando tutti sugli attenti».
A rispecchiare il poco spirito di gruppo è stato soprattutto Diop, colpevole a Reggio Calabria di non aver salutato Murolo ed aver scagliato a terra una bottiglietta al momento della sostituzione. «Abou in settimana si è scusato – sottolinea Braglia – e non è escluso che contro il Siena possa scendere in campo qualora dovesse essermi utile. Ho pensato molto a quanto è accaduto e in un contesto del genere ho ritenuto poco costruttivo escluderlo in quanto mortificherei un ventenne danneggiando in contemporanea me stesso. Il vero problema è nella mentalità dei tanti giovani che, ritenendosi già calciatori di esperienza dopo aver giocato qualche partita nel campionato Primavera, pretendono di esser trattati come veterani. La realtà è però ben diversa, si comprende come gira il calcio solo dopo anni e anni di carriera, non certo a questa età».
Contro i bianconeri senesi a partir titolare dovrebbe essere Doukara, ultimo arrivato in una rosa che è ancora lontana dalla forma ideale. «Dobbiamo ancora trovare i nostri equilibri – ammette il tecnico gialloblù – abbiamo cambiato talmente tanto che pretendere in questa fase un’amalgama totale sarebbe folle. Al di là dell’attaccante francese che è già in discreta forma, sono diversi gli elementi che nell’ultimo anno non hanno quasi mai visto il campo. Tra questi vi è Lanzaro, con il quale parlerò per comprenderne lo stato psichico e atletico: se si riterrà pronto scenderà in campo, d’altronde solo così potrà tornare quello di un tempo. Contro il Siena dovremo assolutamente cambiare marcia a prescindere da chi sarà schierato, le altre contendenti alla salvezza non ci aspetteranno a vita. Sarà fondamentale annullare le fonti di gioco dei bianconeri per far punti, se poi giocheremo con la giusta determinazione in casa raseremo al suolo chiunque»
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro