Non si è scomposto più di tanto. Piero Braglia ha già messo alle spalle i due pareggi casalinghi con Albinoleffe e Modena e si prepara ad affrontare con la Juve Stabia una delle trasferte più insidiose dell’anno. Sabato a Grosseto è sfida tutta da decifrare. Una cinquina subita sul campo amico quindici giorni fa contro il Varese, quindi l’exploit di Padova, quella del Principe Giannini è un po’ mina vagante di questo avvio di stagione. Al ritorno nella sua città natale, Braglia è atteso da una sorta di prova del nove. Dopo aver perso i due “pass” per le zone alte della classifica (ma senza penalizzazioni i gialloblù avrebbero ben 22 punti), bisogna cercare di proseguire la serie positiva e tenere la zona salvezza a debita distanza.
«Non ci sono processi da fare – ha ribadito ieri con pacatezza il tecnico – Abbiamo analizzato insieme le ultime gare, il gruppo ha ormai raggiunto la giusta maturità. I giocatori sanno da soli dove si è sbagliato e cosa bisogna migliorare. Al di là delle sei reti in tre partite subite (altrettante quelle subite, ndc), va considerato che le nostre avversarie hanno saputo sfruttare al meglio le poche palle gol costruite».
Braglia analizza il momento:
«Siamo partiti con il 3-4-3, ma i risultati non l’hanno sostenuto. Oggi, giocando con due esterni che fungono da attaccanti aggiunti, la coperta ovviamente diventa corta dietro. Ma niente drammi, il calcio è così, va a periodi».
L’ultima a Grosseto è stata segnata da una pessima accoglienza per il tecnico stabiese:
«Ero alla guida del Pisa e alcune mie dichiarazioni furono un po’ travisate. Ma quello che mi preme di più è disputare una buona gara. Il Grosseto è un avversario tosto, inutile negarlo, con buone individualità in avanti».
Detta anche le gerarchie, forse per la prima volta quest’anno, e dopo aver rimpianto Danucci dopo la gara col Modena, Braglia anticipa qualche scelta per Grosseto:
«Baldanzeddu è squalificato, ed il suo sostituto naturale è Maury. Biraghi? Sa bene che gioca quando non c’è Dicuonzo, non farò rivoluzioni. L’assenza di Erpen? Bel rebus. Raimondi a destra non rende come quando è a sinistra o dietro le punte. Toccherà a Tarantino, che così avrà l’occasione per dimostrare che in questo gruppo ci può stare. Se gioca per mezz’ora può essere micidiale, ma spesso, nella sua carriera, si è limitato a fare il minimo indispensabile. Mi aspetto una conferma significativa».
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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