Nel disastroso avvio di stagione del Napoli di Benitez si evoca la partenza di Donadoni nella stagione 2009-2010. Quella che lo condusse all’esonero dopo sette giornate, ma c’è anche di peggio: la misera media di quattro punti in quattro gare è stata toccata anche altre volte. Una di questa è la peggior stagione del Napoli: quella del 1997-98. Gli azzurri finirono in Serie B stabilendo il record negativo di punti. Una brutta avventura che vide tra i protagonisti Bortolo Mutti, mandato via dopo cinque partite. Un esonero che si rivelò un errore, visto come andarono le cose. Calciomercato.com ha sentito l’ex allenatore degli azzurri per parlare di questo momento difficile.
Mutti che idea si è fatto di questa situazione?
“Sono sorpreso. Molto. Questa è una squadra che faceva divertire, ora sembra tutto negativo. C’è un ambiente fortemente deluso, bisogna reagire. Serve prendere la situazione nel verso giusto per provare a cambiare le cose”.
Qual è la causa secondo lei?
“L’uscita dalla Champions ha devastato l’ambiente. Conosco bene la realtà di Napoli perché ho vissuto anche io una situazione difficile. C’era entusiasmo ed euforia, ma perdere col Bilbao ha rovinato tutto. Tuttavia si poteva fare un buon inizio di campionato, ma le cose non sembrano andare per il verso giusto”.
Lei cosa farebbe?
“Non dò consigli a Benitez perché parliamo di un grande allenatore. Lui sa bene cosa fare. Però secondo me deve prendere la situazione nel verso giusto”.
Cioé?
“Quando le cose non vanno male bisogna dare una scossa. Serve polso, carattere. Penso che Benitez ha queste qualità. La sua vacanza-permesso non ha aiutato, ma se dietro ci sono motivi personali sarebbe stato giusto chiarire bene la faccenda, ad esempio”.
Che si aspetta a partire da Sassuolo?
“Sono ottimista. Parliamo di una squadra che faceva divertire, stupiva e segnava vagonate di gol. Capisco la delusione dei tifosi, ma c’è un campionato intero, la Coppa Italia e l’Europa League. Il Napoli può divertire e fare pace con l’ambiente. Io lo spero perché voglio bene a questa città”.
A proposito, ci racconta la sua esperienza nel ’97-’98? Aveva la stessa media punti di Benitez…
“Sì, quattro punti in quattro gare. Poi perdemmo alla quinta e fui esonerato. Avevo puntato molto su Napoli, era l’occasione della mia vita. Se devo essere sincero i nostri impegni furono più difficili di quelli del Napoli attuale: perdemmo due volte a Roma contro due squadre forti e solo una volta in casa. Chi venne dopo di me non riuscì a invertire la rotta. Ricordo che Pavarese mi chiamò dopo gli addii di Mazzone e Galeone chiedendomi disperatamente di tornare. Disse che ero l’unico che poteva fare qualcosa. Ma non me la sono sentita. Ero deluso da una società che non aveva creduto in me. Chiarisco che i tifosi mi hanno sempre sostenuto e voluto bene, accade anche oggi e sono commosso dal loro affetto”.
Ma lei se la sentirebbe di fare un paragone con quel Napoli?
“Siamo pazzi? No. Quella era una società che stava per fare un cambio di proprietà, c’era aria di cambiamento. Si cercò di fare una squadra con le poche risorse che c’erano. Ricordo che già a settembre si cercavano giocatori per il futuro perché avevamo lacune. Ora è tutto diverso: la società è solida. I tifosi devono ritrovare la fiducia”.
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