Zibì Boniek conosce bene l’atmosfera delle sfide tra Napoli e Juve al San Paolo.
«A Platini dicevo: Maradona è più forte di te. Ricordo che nell’intervallo di una partita a Fuorigrotta ci guardammo negli occhi: Diego sta facendo il fenomeno, chi se ne occupa? Dopo dieci minuti della ripresa ne parlammo ancora: lasciamo stare… È esaltante giocare a Napoli anche per gli avversari»,
dice l’ex campione polacco, opinionista della Rai.
Per il Napoli, a nove punti dalla Juve, è uno spareggio in chiave scudetto?
«Se andasse male, a un terzo dal campionato la squadra sarebbe tagliata fuori dai giochi. Che, invece, secondo me possono restare aperti a lungo. La Juve sta ottenendo buoni risultati, però deve guardarsi dalla concorrenza, a cominciare dal Milan e dal Napoli».
Questo distacco appare già marcato: come mai?
«Il Napoli ha bisogno di crescere, deve gestire meglio le forze e imparare ad essere cinico: non si può sempre vincere sulla spinta di una forte motivazione, data dall’evento o dall’avversario. È gratificante battere il City in Champions, ma poi arriva il pareggio con l’Atalanta. È un discorso di maturazione: la squadra è ancora giovane, non allenata a competere su due fronti. Se il Napoli alza la soglia, se la gioca con tutti. Se quella soglia l’abbassa, rischia. Le prestazioni modeste rischiano di compromettere il campionato».
È un’incompleta, quindi.
«Il progetto Napoli mi piace. Il futuro è di questa società, sono pronto a scommettere. Mi convince l’opera di Mazzarri. Ma sta per arrivare un momento importante della stagione: cosa accadrebbe se non andasse bene contro Juve e Villarreal?».
Serve equilibrio e non soltanto in campo.
«Domani la squadra non deve avvertire pressione: non viva questo match come l’appuntamento dell’anno, perché altrimenti non potrà mai considerarsi una grande. I grandi calciatori non hanno timori e così devono fare anche quelli del Napoli, una squadra che è vista con grande simpatia in tutta Italia per quanto ha saputo fare in questi anni».
Quanto sono simili Mazzarri e Conte?
«Credo che vi siano differenze tattiche. Entrambi sono bravissimi, sanno gestire il gruppo. Conte può essere paragonato a Luis Enrique, però a differenza del tecnico spagnolo della Roma ha già trovato uomini-chiave e una valida organizzazione. Mazzarri ha costruito bene il Napoli. Cavani, Lavezzi e Hamsik sono giocatori straordinari, c’è un ottimo portiere come De Sanctis, i difensori sono affidabili. Sarà una grande sfida al San Paolo».
La Juve di Conte può aprire un ciclo vincente, come le squadre di Trapattoni, Lippi e Capello?
«Io guardo a questa stagione e credo che abbia tutte le carte per vincere: dalla qualità della rosa al nuovo stadio. E ha il vantaggio di non giocare le coppe europee. Ma di scontato non c’è niente, a cominciare dalla partita contro il Napoli».
La Redazione
P.S.
Fonte: Il Mattino
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