Un passo appena dietro Cristiano Ronaldo. Un passo solo – cioè un gol appena – alle spalle del giocatore che, più d’ogni altro, è l’avversario numero uno di Lionel Messi nella corsa al Pallone d’Oro. Dunque, la classifica va letta così: Leo 35 reti dall’inizio della stagione; Cristiano 23; Edinson Cavani 22. Mica male. Anzi: da Pallone d’Oro.
L’ESCALATION – E allora, via con i numeri e le statistiche. Che non sono quelle tipiche di fine anno, quelle da giro di boa, bensì un’idea che diventa certezza: il Matador è un cannibale da podio, uno di quegli attaccanti meravigliosi che, insieme con l’argentino del Barça, il portoghese del Real e il colombiano Radamel Falcao dell’Atletico Madrid vive su un pianeta parallelo: quello dei grandissimi. Pur non comparendo mai nella lista dei concorrenti al Pallone d’oro. Attaccanti meravigliosi, dicevamo, personaggi da copertina: belli, ricchi, famosi e assatanati di gol. Per Leo e Ronaldo è una storia già più datata, ma colpisce e non poco l’escalation compiuta da Cavani da quando ha cominciato a giocare nel Napoli: 33 gol la prima stagione, 33 la seconda e 22 finora, in appena quattro mesi della terza e in altrettante partite giocate.
LA REGOLARITA’ – Una grande, grandissima cavalcata degna di applausi. Ventidue gol in 22 gare: 13 in campionato; 7 in Europa League con un poker da marziano; uno in Coppa Italia e uno nella finale di Supercoppa a Pechino con la Juve. Ha fatto centro in ogni competizione disputata, con la media di un graffio a partita: perfetta. Che regolarità. E che verve: «Io voglio giocare sempre. Se non gioco è peggio: per stare sempre bene, in forma, non devo riposare mai». Parola di Edi il Matador dopo la trasferta di Europa League a Stoccolma con l’Aik. Parole pronunciate dopo aver raddrizzato partita e discorso qualificazione con una giocata decisiva e un rigore realizzato.
L’ATLETA – Ventidue gol: uno meno di Cristiano Ronaldo, che tra Liga (14), Champions (6), Coppa del Re (1) e Supercoppa di Spagna (2) ne ha messi in fila 23. Edi e Cr7 provano a tenere il passo di Messi, ancora il rey: 35 i suoi gol, 26 dei quali in campionato. Al di là di tutto, resta un dato di fatto: in due anni e mezzo di Napoli, Cavani è riuscito a scalare la vetta. E’ riuscito ad affinare il suo senso del gol e, soprattutto, a mettere al servizio della porta e della squadra le incredibili capacità atletiche che lo rendono un unicum. Un quattrocentista prestato al calcio, una sorta di macchina da guerra che non conosce pause e neanche la fatica.
IL DUELLO FUTURO – Un fisico perfetto e una reattività che spaventa sempre più a ogni test: corre incessantemente, per novanta e più minuti, dall’attacco alla difesa come nessuno. Come né Messi, Ronaldo o Falcao, il giocatore, anzi l’attaccante destinato a contendersi con lui la scena e le aree di rigore di mezzo mondo nel futuro prossimo. Sarà bello ed entusiasmante, il duello che già comincia – in maniera del tutto naturale – a vivere le prime battute a distanza sull’asse Napoli-Madrid (sponda Atletico).
GARA VIRTUALE – Nel frattempo, però, è con i due candidati più autorevoli al Pallone d’Oro che il Matador gioca la gara virtuale, fa divertire e soprattutto tiene banco. Una soddisfazione speciale, un motivo d’orgoglio vero: il gap è sempre più assottigliato, e tra l’altro bisogna anche considerare che, nonostante la crescita vertiginosa, il Napoli non è ancora arrivato ai livelli di Barcellona e Real Madrid. A questo punto, la domanda è lecita: dove potrà arrivare Cavani?
IL SEGRETO – Sarebbe curioso chiederlo a Walter Mazzarri, che di questa trasformazione è l’artefice principe. Insieme con il Matador, ovviamente. Valutazione semplice: Edi ci ha messo il fisico, l’applicazione, le qualità innate e la professionalità più ultra che super, e il tecnico ha valorizzato l’istinto killer. Il Cavani di Napoli non è lo stesso di Palermo, sotto il profilo realizzativo, e un motivo ci sarà: Mazzarri gli ha cambiato la posizione e anche la mentalità in zona-gol. Fortuna sua e del Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.