Sinisa Mihajlovic, allenatore del Bologna, ha rilasciato alcune dichiarazioni in conferenza stampa alla vigilia della sfida al Napoli. Di seguito, le sue parole:
“Ero più deluso che arrabbiato… Può darsi che ci manchi continuità, abbiamo tanti giovani e può succedere di avere alti e bassi. Tre giorni prima abbiamo giocato con la Lazio e siamo stati superiori, poi tre giorni dopo abbiamo giocato con una squadra buona, ma non ai livelli della Lazio e non siamo riusciti a ripeterci… Dobbiamo crescere dal punto di vista della continuità, ci stiamo lavorando su. L’atteggiamento mentale non dovremmo mai sbagliarlo. Ci vuole pazienza, siamo qua da due anni e più o meno nei momenti in cui c’è stato bisogno di fare un salto in avanti non ci siamo mai riusciti. E’ una cosa caratteriale”.
Domani sera può essere la serata in cui tornano giocatori di esperienza?
“Non è una questione di esperienza. Noi siamo una squadra e tutti fanno parte del Bologna. E’ la terza partita in una settimana quindi qualcosa dovremo cambiarla per forza, in più siamo in emergenza sia dietro che a centrocampo. Qualcosa quindi cambieremo, anche se lo faremo il meno possibile perché non abbiamo tante situazioni. Gli infortunati non si sa quando recuperano…”.
Domani chi non avete?
“Non abbiamo Dijks, Tomiyasu, dobbiamo valutare Baldursson e Dominguez, Santander è ancora fuori, come Hickey… Faragò? E’ arrivato? Lui non lo abbiamo mai avuto quindi non lo considero nemmeno”.
Medel ha un po’ più di minutaggio rispetto a Cagliari? O a centrocampo toccherà a Poli?
“Medel è disponibile, a Cagliari ha giocato 20 minuti. Può essere usato come centrale, come centrale a tre, a centrocampo. L’importante è averlo, in modo da avere più soluzioni”.
Come si allena la mentalità vincente? O ci vogliono giocatori vincenti?
“Entrambi. Quando stavamo all’Inter, prima che venisse Mancini, si diceva sempre che l’Inter aveva una grande squadra ma non aveva mai vinto nulla. Poi con l’arrivo di Mancini, Mihajlovic, c’è stato un cambiamento. Qui non possiamo prendere certi giocatori, bisogna l’lavorare sull’atteggiamento mentale che però è un processo lungo. Noi possiamo essere bravi fisicamente, caratterialmente, tecnicamente, ma senza l’atteggiamento mentale tutto il resto vale poco. Ci vuole tempo e pazienza… Ci stiamo lavorando, stiamo cercando di far capire ai ragazzi che tipo di approccio mentale bisogna avere, però non solo il giorno della partita. Non siamo interruttori che si accendono e spengono durante la settimana, dobbiamo avere sempre la lampadina accesa anche se non è sempre facile”.
A Napoli il clima è un po’ elettrico. Dopo la sua delusione di Cagliari, qui tra voi com’è il clima?
“Il clima è normale. Forse sarebbe meglio fosse elettrico, ma non lo è. Forse dovrei essere io più elettrico per far cambiare il clima. I ragazzi sono consapevoli di non aver fatto la partita che volevamo. Le partite si perdono, ma bisogna vedere come. In passato abbiamo perso partite in cui abbiamo fatto di tutto, ma avevamo davanti avversari che avevano dato qualcosa di più. Quando si perde con un avversario meno forte, anche secondo la classifica, sono sconfitte che deludono molto. Quella di Cagliari è una sconfitta che non ci sta perché non abbiamo dato il massimo. Ci mancavano giocatori, si, ma anche con la Lazio, quindi sono tutte scuse. Dipende tutto da noi, da come andiamo in campo. E’ successo a Cagliari, a Genova, con il Benevento… Ogni tanto abbiamo qualche amnesia. Mi rode quando si perde così. Da queste cose dobbiamo capire cosa dobbiamo fare per non perdere”.
Potrebbe essere anche una questione di ambiente? Forse l’ambiente non è molto motivante? Anche un presidente che non viene qui da un anno potrebbe infierire?
“Queste sono tutte scuse. Ora l’ambiente, in piena pandemia, non è stimolante da nessuna parte. Da più di un anno siamo senza tifosi, dovremmo esserci abituati, quindi bisogna trovare quegli stimoli in più dentro di noi. Questo è un ambiente dove si sta bene, c’è poca pressione… Purtroppo qualche volta quando si sta bene non si fa bene. Ma Bologna è una piazza perfetta se si capisce quello che si deve fare”.
Da una partita esaltante contro la Lazio, a una partita a rallentatore come a Cagliari. Cosa si aspetta domani?
“Sicuramente la stessa partita fatta contro la Lazio, non quella contro il Cagliari. Mi aspetto che i ragazzi abbiamo capito cosa non devono fare, hanno due esempi opposti ravvicinati. Io non parlo del risultato ma della prestazione, perché il risultato è la conseguenza della prestazione. Quando l’atteggiamento mentale è buono, è più facile fare risultato”:
Tra quelli che devono capire maggiormente come trovare continuità, c’è anche Orsolini….
“Non voglio parlare di singoli, tutti dobbiamo capire. Perché a volte si ha l’impressione che capiscano tutti, a volte che non abbia capito niente nessuno… Ci vuole uno psichiatra! Però è anche per questo che il mio lavoro è stimolante”.
A proposito di Skov Olsen, è sembrato che l’altra sera abbia fatto alcune buone cose…
“Sicuramente ha fatto meglio rispetto a quello che aveva fatto con la Lazio. Ci siamo parlati, e ho cercato di fargli capire cosa deve fare. Uno può essere decisivo anche in soli 15/20 minuti. Con la Lazio è entrato timido, con il Cagliari è entrato con il piglio giusto. Ma sono giovani, ogni tanto bisogna ricordargli cosa devono fare”.
Skov Olsen tocca il pallone con grande leggerezza… sembra una dote di natura, è d’accordo?
“Io non sono d’accordo”.
Quello che salta agli occhi è qui le sembra sempre molto arrabbiato, invece è stato bello vederla gioire come un bambino sul palco di Sanremo…
“Per me è stato bello, un onore andare a Sanremo. Ho cantato per prendere in giro i miei amici cantanti serbi, visto che io non canto ma a differenza loro posso vantarmi di aver cantato a Sanremo. Mi sono divertito molto, e penso si sia visto. Io meglio di Ibra come cantante? Io ho fatto disco nel 90, 44 giri e non ero cantante. Ah sono 45 giri? Beh da noi ne hanno tolto uno perché siamo poveri. L’altra sera ero più preoccupato per Fiore, visto che è stonato…. Avevo paura ci rovinasse la canzone”.
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