Un milione di risarcimento danni non basta. Bobo Vieri vuole che all’Inter sia tolto lo scudetto assegnatole a tavolino nel 2006 e ha chiesto al suo avvocato, Danilo Buongiorno, di trasmettere alla Giustizia Sportiva la sentenza con la quale il club di Moratti e Telecom sono stati condannati a risarcirlo per l’attività di “spionaggio”. Pronta la reazione della società di corso Vittorio Emanuele, che oltre a preannunciare «ricorso alla Corte d’Appello perché siamo convinti delle nostre ragioni» (parole del dg Fassone), ha tranquillizzato i tifosi nerazzurri spiegando attraverso l’avvocato Iudica «che i fatti si riferiscono a un lasso di tempo, dal 1999 al 2004, in cui l’Inter non ha vinto scudetti». Le motivazioni della sentenza di lunedì sono state rese note ieri. Il giudice milanese Damiano Spera ha parlato di «un’indebita intromissione nella propria sfera privata» che ha causato all’ormai ex attaccante «uno stato di disagio, malessere, ansia e sofferenza psico-fisica», ma ha anche sottolineato che la notizia del dossieraggio effettuato a suo carico non è stata la causa della mancata convocazione di Vieri per il Mondiale del 2006 né (tantomeno) l’ansia e la sofferenza psico-fisica hanno provocato la lesione che non gli ha consentito di andare in Germania con gli azzurri. Non è dunque provato «il nesso di causalità tra gli illeciti oggetto del presente giudizio e la mancata partecipazione dell’attore ai Campionati del Mondo di calcio». Ecco perché degli oltre 21 milioni di euro richiesti, a Vieri ne è stato riconosciuto solo uno come liquidazione per la «lesione del diritto alla privacy». Buongiorno, legale di Vieri, ha spiegato: «Da parte nostra non c’è nessuna volontà persecutoria, ma trasmettere alla Procura Federale le motivazioni della sentenza è un atto dovuto alla luce della subdola interferenza subita da Vieri per la quale possono esserci delle responsabilità dei dirigenti dell’Inter. Per lo scudetto del 2006 vedremo». Iudica, avvocato dell’Inter, ha sottolineato: «Per quanto riguarda la giustizia sportiva, i fatti sono sepolti dalla prescrizione e la sentenza spiega che la carriera di Vieri non è stata lesa dai fatti».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
P.S.
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