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Bobbio: «Volevo l’arresto di Maradona: ma il procuratore disse no»

È il 1991. Il Napoli, con Maradona in squadra, veleggia in altissima classifica. Si è reduci dallo scudetto vinto l’anno prima – secondo degli azzurri – e dal trionfo in Supercoppa della formazione guidata in panchina da Albertino Bigon. Sì, corre il Napoli di quegli anni e stupisce e vola sui campi italiani.
Ma mentre il Napoli vola la giustizia vuole vederci chiaro. E punta proprio alla stella delle stelle, al Pibe de Oro. Che rischiò – a quanto si apprende oggi – di finire addirittura in carcere a Napoli. La rivelazione, in forma di racconto, è di Luigi Bobbio, all’epoca pm antidroga e oggi sindaco di Castellammare, nel libro di Simone Di Meo e Gianluca Ferraris dal titolo «Pallone criminale» (Ponte alle Grazie).
Bobbio stava indagando: «Maradona finì sotto inchiesta per droga e c’erano intercettazioni con elementi che lo riguardavano. Dalle indagini emersero riscontri, c’erano gli estremi per adottare un provvedimento restrittivo per una serie di episodi nei suoi confronti». Stop. Un attimo di fiato. E di riflessione. Dunque in pieno 1991, in piena supercorsa del Napoli ad alta quota in campionato c’è il pm Bobbio che sta per fermare tutto? Sì. E che successe poi? «Ripeto – prosegue il sindaco di Castellammare – per me c’erano gli estremi per quel provvedimento, filoni che avevano dato riscontri su un’attività quotidiana di Maradona, quello che si può definire un sistema di vita».
“A quel punto – sottolinea Bobbio – bisognava intervenire, ed il giudice era pronto a firmare la richiesta d’arresto per Diego. Ne parlai al procuratore dell’epoca (Vittorio Sbordone, ndr) che invece disse di no e quindi non ci fu seguito. È il procuratore che decide». Niente richiesta di arresto ma l’inchiesta per droga proseguì. In pieno campionato. In piena corsa del Napoli. «A Maradona fu mandato un avviso di garanzia – ricorda Bobbio – lo interrogai due volte: e ci volle la forza pubblica a Castelcapunao per controllare i tifosi all’esterno. Maradona si difese e non ammise gli episodi. Agli atti risultava un consumatore molto forte eppure prima delle nostra inchiesta non era mai stato trovato positivo all’antidoping».
Ma ormai siamo ai titoli di coda. Diego viene trovato positivo all’antidoping dopo la gara con il Bari del 17 marzo 1991. Il capitano del Napoli viene squalificato per 16 mesi. Fugge da Napoli. «Anch’io – insiste Bobbio – sono stato tifoso del Napoli avevo seguito i due scudetti, ma dopo quelle storie dei controlli antidoping e così via il calcio non l’ho più seguito. È stato il crollo di un ideale».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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