Sui giornali svizzeri ha preso tutti 4. Che è tanto lì. La scala dei voti è diversa, e nelle pagelle c’erano molti 2 e 3. E pure qualche 1. Blerim Dzemaili il migliore in campo contro la Francia. Per tutti. Come pure (e anche qui pochi dubbi) il peggiore nel look. Sui social e nei sondaggi pollice verso per quel taglio di capelli da ultimo dei moicani. Più che un vezzo, ai tifosi è sembrato uno sfregio del barbiere, una “punizione” estetica. Non è stato così. Pure se poi la punizione c’è stata per davvero. La sua però. In campo. Di Dzema, come lo chiamano tutti. Un destro da venticinque metri col pallone che s’è infilato tra il guantone del portiere e il palo. Era all’esordio Dzemaili e certe emozioni restano speciali. Anche se la Svizzera ne ha comunque presi cinque dalla Francia. «Il risultato è pesante e ci obbliga a vincere la prossima contro l’Honduras. Non è un momento felice, il gol è però sempre qualcosa di bello. Lo decico ai miei genitori, so di aver coronato il loro sogno. E’ stato un gran tiro». Una botta vera. E poi ha scosso il (suo) mercato. Un gol fa sempre “cassetta”, sveglia i distratti, convince i dubbiosi. Fa il prezzo, lo alza. Sei milioni (per ora) la valutazione. Da aggiornare. Dzemaili il centrocampista coi numeri da quasi attaccante. Ha un anno solo di contratto. E cerca di fatto squadra. Preferibilmente in Italia. Se no, viva l’inghilterra: Londra è il suo pallino. In Premier c’ha già giocato. Anzi, avrebbe voluto: era al Bolton nel 2007, si ruppe il ginocchio. Finì al Torino. E da lì Parma, poi Napoli. Tre anni in azzurro, 109 presenze è 18 reti. Con lo sfizio di una tripletta proprio al suo Toro. Dzemaili core ‘ngrato. E’ stato un’idea (passata) del Milan. Reja l’aveva ipotizzato nella sua Lazio. La Fiorentina s’è informata e il Siviglia osserva. E’ però il Borussia Monchengladbach che s’è mosso deciso. Favre, l’allenatore, l’ha già allenato allo Zurigo. Ha provato a convincerlo e non c’è riuscito. Discorsi rinviati. Il mondiale può dargli opportunità neanche immaginabili adesso. I gol fanno aste, creano interesse, fanno schizzare su i prezzi. Rilanciano. Ti fanno (ri)partire come avessi un turbo ai piedi. Turboman Vargas. Lui il crack che fu e che può tornare ad essere. Dieci barra dodici milioni il prezzo che potrebbe essere giusto. Il cileno può essere un affare per tutti. Una plusvalenza. Un salvadanaio da rompere e poi coi soldi fare meglio il mercato. Prestito al Gremio, sei mesi al Valencia e adesso i mondiali. Da protagonista. Vargas maturato, pronto, cattivo sotto porta, con una esplosività (vedi gol alla Spagna) che non gli era riconosciuta. Il mond(iale)o lo proietta e lo guarda; il Napoli aspetta. Vargas al miglior offerente. Il gol è uno spot e soprattutto un orgoglio. Dzemaili e Vargas affari di cuore. Mertens bomber, sentimento e basta.
Fonte: Corriere dello Sport
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