BUENOSAIRES.Decano dei giornalisti argentini, Guillermo Blanco è stato più che un semplice addetto stampa per Diego Armando Maradona.
Blanco,come fu il primo incontro?
«Diego aveva 13 anni. Io ero a Cordoba per seguire il trofeo Evita e le Cebollitas, la squadra di Maradona, persero in semifinale ai rigori: proprio lui ne fallì uno. Diventai subito il “Maradonologo”, poi cominciai a lavorare con lui».
Quando iniziò a delinearsi il trasferimento di Maradona dal Barcellona al Napoli?
«Verso la fine dell’83,quando Ricardo Fuijca, un intermediario argentino residente a Valencia, conobbe Pierpaolo Marino, allora dirigente dell’Avellino. La negoziazione fu facilitata dall’incrinarsi dei rapporti tra Diego e il club spagnolo. A fine maggio dell’84 il Barcellona era in tournée negli Stati Uniti e qualcuno gli lanciò una maglietta del Napoli che lui raccolse con piacere e con la quale si lasciò anche immortalare in varie foto. Poi fu fondamentale il ruolo di Antonio Juliano, che a giugno arrivò a Barcellona e intavolò le negoziazioni vere e proprie con il manager Jorge Cyterszpiler».
Cosa sapeva Maradona di Napoli prima di allora?
«Assolutamente niente. Lui iniziò a scoprirla da lontano attraverso i racconti di un ex calciatore argentino, José Alberti,che già viveva a Napoli e aveva contattato Cyterszpiler. Alberti si rivelò un personaggio importante perché fu traduttore, guida e amico di Diego».
Eppure c’era anche la Juve su di lui.
«In quel caso fu decisivo il ragionamento di Cyterszpiler, che disse a Diego che se fosse andato alla Juventus avrebbe vinto un titolo come un altro, mentre andando al Napoli avrebbe fatto la storia. E fu ciò che realmente accadde».
Come fu il primo impatto di Maradona con il San Paolo?
«Era il4 luglio dell’84, un giorno prima della presentazione ufficiale. Io, lui e Cyterszpiler arrivammo allo stadio senza che nessuno lo sapesse, perché lo sbarco a Napoli fu organizzato in un lampo. Diego entrò subito in campo, dove c’era il vice del tecnico Rino Marchesi e iniziarono a palleggiare insieme. Quando rientrammo negli spogliatoi, Diego guardò Cyterszpiler e gli disse: “Cabezon, qui è come all’Argentinos Juniors”. Capii come Napoli gli fosse entrata subito nel cuore immediatamente. Il giorno dopo,il 5luglio, l’accoglienza fu impressionante: tra i giovanissimi calciatori che accolsero Diego c’era Ciro Ferrara, che sarebbe poi diventato suo compagno».
Ricorda un episodio in particolare di quella storica giornata?
«Al di sopra della sala stampa c’era un’apertura dalla quale si intravedevano i tifosi che gridavano e, a un certo punto, Diegosi rivolse a loro sorridendo e dicendo loro di fare silenzio, quasi come se stesse rivolgendo si al cielo».
Fonte: Il Mattino
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro