Il Napoli arriva alla sfida del Meazza col Milan da secondo ma non favorito. Di certo rispettato, forse persino temuto. Un rispetto (ri)guadagnato sul campo, ricominciando a correre, a giocare con l’unico obiettivo della vittoria. Nell’ascesa del Napoli ha influito il favore del calendario; Atalanta, Torino e Genoa non erano avversarie imbattibili. Il Napoli ha vinto con autorevolezza le tre gare, pur evidenziando ancora vistosi limiti difensivi che non sono stati determinanti per la veemente reazione degli azzurri e la pochezza degli avversari.
Di tutt’altro livello e importanza sarà la sfida a un Milan in salute, che gioca bene e vince spesso, in casa sempre. Almeno negli ultimi otto impegni. L’importanza della sfida, oltre che alla storia dei due club, è di certo legata al raggiungimento del secondo posto che vuol dire accesso diretto in Champions. Avere la certezza di partecipare alla competizione europea più prestigiosa incide sulla programmazione della prossima stagione sia sul piano economico che del mercato, in entrata ed in uscita. Soldi da incassare, tanti ed un palcoscenico prestigioso da garantire come “garanzie” ai campioni da trattenere e quelli da convincere a sposare le sorti del Napoli.
Accanto a questi due aspetti “concreti”, vi è un terzo motivo d’importanza meno “tangibile”: la personalità. Dal ritorno in serie A, il Napoli ha disputato campionati di indubbio valore, alternando stagioni eccellenti ad altre sufficienti.
L’unica costante in tutte queste annate è stata la difficoltà di approcciare in maniera adeguata le trasferte in casa delle grandi. Fatta eccezione per le vittorie del 2009/2010 in casa della Juventus, quella dell’Olimpico con la Roma dell’anno seguente e il fragoroso 0-3 dello scorso campionato in casa dell’Inter, gli azzurri hanno sempre sofferto questo tipo di trasferte. Difficoltà che spesso trovano spiegazione in fattori psicologici più che tecnico-tattici. Avvii di gara timidi e arrendevoli hanno spesso vanificato anche buone prestazioni. La definitiva prova di maturità fallita con scientifica puntualità.
Il Napoli non ha risolto di colpo tutti i suoi problemi ma si presenta a Milano nelle condizioni ottimali per sfatare l’ultimo tabù dell’era Mazzarri. Il successo in casa dei rossoneri manca, infatti, da 27 anni ed è l’unico ancora sfuggito all’allenatore di San Vincenzo.
In uno stadio difficile ma suggestivo. Suggestioni che assumono un significato diverso per Mazzarri che, se decidesse di lasciare Napoli, potrebbe fare dello stadio milanese la propria casa. Da decidere su quale panchina. Con ogni probabilità quella nerazzurra più che quella milanista. Il non sapere ancora chi avrà la guida tecnica della squadra nella prossima stagione è un azzardo che De Laurentiis sta correndo; una scommessa pericolosa dagli esiti incerti.
Al momento di sicuro c’è l’importanza di posare il primo, fondamentale, mattone per iniziare a costruire il Napoli che sarà. Il piazzamento diretto in Champions passa per la partita di domani, anche se c’è da sottolineare che, quale che sia il risultato, non sarà determinante. Non perdere sarebbe fondamentale, gestire i quattro punti di vantaggio, tenuto conto dei rispettivi calendari, potrebbe rivelarsi difficile ma non impossibile.
La vittoria avrebbe il sapore del traguardo dell’ultimo chilometro e imporrebbe al Napoli solo l’obbligo di tenere alta la concentrazione fino al termine del campionato. Il Napoli ha dalla sua la ritrovata freschezza atletica e il vantaggio di non dover vincere ad ogni costo. Scendere in campo senza eccessive pressioni e con la possibilità di giocare il calcio più congeniale alle proprie caratteristiche, fatto di ritmi alti e veloci ripartenze, sono occasioni imperdibili e quasi un obbligo per il Napoli.
Sebbene il Milan abbia una rosa di primo valore, la mancanza di Balotelli è senza dubbio un vantaggio per il Napoli. Pazzini, ben conosciuto da Mazzarri, ha importanti qualità da finalizzatore ma non garantisce l’imprevedibilità e l’estro del giovane attaccante rossonero. Proprio la sfida al “Milan dei giovani” darà l’occasione al presidente e all’allenatore del Napoli di capire che con idee, competenza e programmazione si può investire in giovani di valore e rimanere protagonisti sia in Italia che in Europa.
Il Napoli deve giocare la propria partita con convinzione, senza timore, quasi con sfrontatezza. Stavolta non ci sono scuse per eventuali mancanze di “coraggio”. Un coraggio che spero non manchi a De Laurentiis nel decidere in fretta e con risolutezza la strada da tracciare per il su Napoli. In assenza di una scelta precisa tra la svolta giovane e il modello Barcellona e la fedeltà a Mazzarri e la sua idea di squadra, il Napoli potrebbe ritrovarsi con tanta benzina ma nessuna direzione da seguire.
Pompilio Salerno
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