Una serata dolce dopo due amare. L’unico che non è riuscito ad apprezzare questa dolcezza è stato Walter Mazzarri: calo di zuccheri, lieve malore niente conferenza-stampa. Lo ha spiegato il ds, Riccardo Bigon. La pressione si è abbassata, mentre l’urlo dello stadio si alzava per accompagnare la squadra negli spogliatoi. Fine di una serata che ha tenuto lungamente i trentacinquemila del San Paolo con il fiato sospeso. Non sono stati giorni facili, per il tecnico livornese. Le prime critiche dopo la sconfitta contro la Juventus, poi la trasferta non proprio trionfale a Dnipropetrovsk. Questa sfida con il Chievo, non certo una grande del calcio italiano, ha assunto una rilevanza alla vigilia imprevista e anche improponibile. Dalla panchina Mazzarri ha guidato l’assalto dei suoi ragazzi, poi, alla fine, il crollo. “Fatica e pressione” la causa del malore. Spesso gli capita perché lui vive intensamente la partita. «Siamo rientrati negli spogliatoi e il nostro allenatore ha preferito restare tranquillo» , ha spiegato Bigon. Niente festeggiamenti (d’altro canto, questa è solo una piccola tappa): la testa è già a Bergamo, a un’altra sfida serve a definire le ambizioni del Napoli.
SODDISFATTI – Il malore non ha annullato la soddisfazione, soprattutto in un momento in cui l’allenatore si è sentito nel mirino, sottoposto a critiche da lui considerate ingenerose e inopportune dopo i successi di questi anni, la lunga marcia verso un vertice che ora è vicinissimo. Voleva riprendere il cammino, Mazzarri, e ci è riuscito. Spiega al suo posto Bigon: «Quest’anno vogliamo giocarcela con tutte fino alla fine, vogliamo restare in alto finché sarà possibile. Ma è evidente che se la Juventus dovesse continuare su questi ritmi, sarà per tutti difficile toglierle lo scudetto» . Ma al di là della soddisfazione, resta una settimana vissuta da Mazzarri in maniera molto sofferta. L’assenza nel dopo-partita ha, ovviamente, sollevato interrogativi. Interrogativi che riguardano il futuro dell’allenatore, il suo contratto in scadenza. Bigon nega collegamenti fra le due cose, fra quell’assenza ed eventuali insofferenze: «Non è venuto a parlare a causa di un malore. Non credo ci siano altri motivi» . La storia continua, con tutte le sfumature.
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