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Bigon punge la Juve: “La gara di Catania? Parliamone…”

Il ds azzurro: "A gennaio noi staremo alla finestra per eventuali acquisti"

Una serata dolce dopo due amare. L’unico che non è riuscito ad apprezzare questa dolcezza è stato Walter Mazzarri: calo di zuccheri, lieve malore niente conferenza-stampa. Lo ha spiegato il ds, Riccardo Bigon. La pressione si è abbassata, mentre l’urlo dello stadio si alzava per accompagnare la squadra negli spogliatoi. Fine di una serata che ha tenuto lungamente i trentacinquemila del San Paolo con il fiato sospeso. Non sono stati giorni facili, per il tecnico livornese. Le prime critiche dopo la sconfitta contro la Juventus, poi la trasferta non proprio trionfale a Dnipropetrovsk. Questa sfida con il Chievo, non certo una grande del calcio italiano, ha assunto una rilevanza alla vigilia imprevista e anche improponibile. Dalla panchina Mazzarri ha guidato l’assalto dei suoi ragazzi, poi, alla fine, il crollo. “Fatica e pressione” la causa del malore. Spesso gli capita perché lui vive intensamente la partita. «Siamo rientrati negli spogliatoi e il nostro allenatore ha preferito restare tranquillo» , ha spiegato Bigon. Niente festeggiamenti (d’altro canto, questa è solo una piccola tappa): la testa è già a Bergamo, a un’altra sfida serve a definire le ambizioni del Napoli.

SODDISFATTI – Il malore non ha annullato la soddisfazione, soprattutto in un momento in cui l’allenatore si è sentito nel mirino, sottoposto a critiche da lui considerate ingenerose e inopportune dopo i successi di questi anni, la lunga marcia verso un vertice che ora è vicinissimo. Voleva riprendere il cammino, Mazzarri, e ci è riuscito. Spiega al suo posto Bigon: «Quest’anno vogliamo giocarcela con tutte fino alla fine, vogliamo restare in alto finché sarà possibile. Ma è evidente che se la Juventus dovesse continuare su questi ritmi, sarà per tutti difficile toglierle lo scudetto» .  Ma al di là della soddisfazione, resta una settimana vissuta da Mazzarri in maniera molto sofferta. L’assenza nel dopo-partita ha, ovviamente, sollevato interrogativi. Interrogativi che riguardano il futuro dell’allenatore, il suo contratto in scadenza. Bigon nega collegamenti fra le due cose, fra quell’assenza ed eventuali insofferenze: «Non è venuto a parlare a causa di un malore. Non credo ci siano altri motivi» . La storia continua, con tutte le sfumature.

JUVE – C’è poco da dire sul Chievo e molto sulla Juve, anzi sull’arbitraggio e su un arbitro in particolare, Rizzoli, che era presente anche a Pechino. Attacca Bigon: «Quando gli errori sono così evidenti è giusto parlarne, sottolinearli, con spirito costruttivo, per migliorare, senza vene polemiche o gridare al complotto. Vogliamo capire se la presenza di più arbitri crea la possibilità di protestare con più soggetti ed era la cosa che ci era stata esclusa all’inizio dell’anno. Noi dopo Pechino aveva protestato non contro i rigori, ma per chiedere uniformità di giudizio: se ci si deve confrontare solo con l’arbitro, il principio deve valere per tutti. Ho visto tutta la panchina della Juve fuori dall’area tecnica, e allora?» . Giocarsela con tutti sino alla fine ma la “rosa” è adeguata? Risponde Bigon: «Dipende dagli obiettivi. Se si tratta di vincere lo scudetto e la Coppa Uefa, forse abbiamo sopravvalutato la rosa. Se dobbiamo giocarcela con tutti sino a quando è possibile allora siamo a posto» . Certo qualcosa manca: «La prima punta? Se parliamo di un attaccante con certe caratteristiche in effetti nella “rosa” non c’è. Ma all’inizio della stagione abbiamo pensato di impostare la squadra su quattro attaccanti che non dessero punti di riferimento. Ciò non toglie che se l’allenatore ci dirà che c’è quella necessità, vedremo come intervenire» . E per quanto riguarda l’eventuale squalifica di Cannavaro, Bigon garantisce che con Uvini il reparto è completo e può surrogare eventuali assenze.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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