Brasile – Germania oggi, Olanda-Argentina domani. Due sudamericane e due europee per il titolo mondiale. Il massimo per uno spettacolo: arrivare al finale più scontato attraverso emozioni, sorprese, thrilling. Mai agli ottavi e ai quarti si ricordano tanti supplementari: si è avuta un’illusione di calcio livellato, l’Olanda ha inventato la farsa del portiere stregone per battere la povera e bella Costa Rica, ma alla fine sono arrivati i soliti. Una regia perfetta se non geniale: avendo influito molto gli arbitri, si è trovato un motivo che non li ferisca. «Non tutti all’altezza», si dice così? Incapaci quindi, non disonesti. Sono e siamo diventati tutti più buoni. La Nazionale non è stata certo favorita dal messicano Moreno Rodriguez: dei suoi errori si giovò l’Uruguay. Si disse che l’Italia è fuori dai giri che contano. Che non ha peso politico. Si è dovuto ascoltare “Un giorno da pecora”, sarcastico programma di Radio 2 per sapere che il 75enne Franco Carraro è pronto ad intervenire. Senatore e responsabile allo sport di Forza Italia, parte domani per organizzare la finale.
Dove va l’uomo che ha accumulato più di tutti al mondo potere e poltrone? Sa che l’Italia è già tornata? Peccato, nella Fifa non c’è spending review, ma sarebbe interessante conoscere i segreti di questa così delicata ma tardiva missione. Il percorso accidentato per tutti dimostra un calcio livellato. Fosse vero, perché il fantasma belga Hazard vale più di tutti gli statunitensi insieme, perché nigeriani e algerini sono quotati meno di tedeschi e argentini, perché Gonalons assente ai mondiali è più considerato di Behrami uomo-trincea contro l’Argentina? Finiscono i mondiali, ma non i giochi di mercato. I procuratori sono artisti nel gonfiare i prezzi. Brave le società che non ci cascano. Non vince chi paga molto, ma chi sceglie e decide meglio. Dovrà decidere anche Benitez. Forse per motivi di rispetto, Bigon ha atteso il suo ritorno. Si è ben guardato dal sistemare chi non ha più posto. Un esercito. Da Gamberini a Pandev, sono davvero tanti. Vi sarebbe persino Vargas, che nel Cile è stato brillante. Astratto in copertura, è velocissimo e tecnico nella fase offensiva. Ma c’è di più. Diventa un caso Behrami. È da sperare che Benitez rifletta: se il Napoli non riesce a far cassa, vale la pena chiarire i rapporti personali con il ruvido mediano o buttar via lui e tanti soldi per uno più scarso?
Fonte: Repubblica
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