GRANDE PROVA – Gli elogi circostanziati, come la squadra di Mazzarri merita, li fa Riccardo Bigon. «E’ vero – ha dichiarato il direttore sportivo – che siamo stati avvantaggiati dal gol in apertura di Cavani, ma il Napoli ha disputato una gara eccellente da squadra vera, solida, compatta e cattiva. Questo, vi garantisco, è quello che succede sempre. Poi, è chiaro, che a volte può andare bene e altre meno bene, specie considerando quanto sia complesso il nostro campionato. In più, dobbiamo tenere presenti i tanti impegni che il gruppo è chiamato ad affrontare sempre a distanza ravvicinata l’uno dall’altro. Insomma, attenzione e voglia non mancano mai. E se stiamo parlando di una squadra in crescita che riesce a dare continuità al proprio rendimento in un ambiente non semplice, significa che stiamo parlando di una squadra con valori precisi».
NAPOLI TEMPRATO – Archiviate Firenze e la Fiorentina, la testa e il pensiero sono proiettati all’attesissima sfida d’andata con il Chelsea. Questo 3-0 non può che essere salutare e Bigon spiega perché. «Il calcio – ha aggiunto – è anche fiducia, gioia ed entusiasmo, e credo che il successo qui al Franchi serva a migliorare l’autostima. Fermo restando che questo Napoli ormai è riuscito a eliminare l’emozione e la tensione delle prime gare europee. Firenze ha dimostrato che il Napoli ha la mente sgombra e ha metabolizzato l’impatto con il più importante palcoscenico calcistico. Ciò non toglie che il Chelsea sia avversario fortissimo, ma le vittorie aiutano a crescere ed è il motivo per il quale predichiamo calma e pazienza quando viceversa i risultati non sono quelli sperati in alcune circostanze».
BRAVI TUTTI – Già che c’è Bigon sottolinea i meriti di quei calciatori che spesso sono stati al centro delle critiche. Loro e chi li ha portati a Napoli. «Giusto cercare un responsabile e quel responsabile sono io. Però Britos è stato fuori cinque mesi per una frattura al piede e dal momento del rientro in campo ha sbagliato poco o nulla. Rosati è un ottimo portiere e se davanti ha uno come De Sanctis che gioca 100 partite di fila noi siamo tutti contenti. E se diamo il tempo necessario a Inler e Dzemaili, entrambi diventano i giocatori che vogliamo che siano».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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