Calcio e monnezza. “Stiamo incontrando delle difficoltà sul mercato: ci sono molti giocatori che rifiutano di trasferirsi nel Napoli, spaventati dall’emergenza per la spazzatura“. La denuncia è del direttore generale azzurro, Riccardo Bigon, al quale sarebbe troppo chiedere anche i nomi. Infatti non ne fa, consapevole di aver già sfidato le consuetudini tendenzialmente ipocrite del mondo del pallone, troppo spesso ai margini della realtà. Ma il giovane braccio destro di De Laurentiis si spinge almeno a fornire un dettaglio, che peraltro non riesce a sorprendere. “Si tratta di calciatori del Nord“. D’Italia e d’Europa, indistintamente. È una macchia che ha superato i confini.
Non ci sono più panni sporchi da lavare in famiglia. Napoli si è messa un marchio e se lo porta in giro per il mondo, anche se è solamente una partita di pallone. Calcio & monnezza. Walter Mazzarri sta cercando di farne una questione d’orgoglio, toccando quelle corde di cui spesso i giocatori si dimenticano. “Invece dobbiamo dare un buon esempio, magari diventare con le nostre vittorie un traino per tutta la città, aspettando che il problema si risolva“. Non tocca all’argentino Lavezzi, all’uruguaiano Cavani e tanto meno allo slovacco Hamsik, a proposito di uomini del Nord, togliere dalle strade la spazzatura. Possono solo segnare tanti gol. E resistere alla tentazione di andare via.
Dev’essere venuta a tanti, ieri mattina, quando il Napoli è atterrato in Olanda. Poco più di due ore di volo, ma è sembrato lo sbarco sulla Luna: sui marciapiedi immacolati domina il bianco, un sottile manto di neve che fa addirittura chic, alle porte di Natale. Nient’altro, ai bordi delle strade. Cercasi disperatamente qualche foglia secca. Non si notano nemmeno i bidoni della raccolta differenziata. Tutto pulito e tutto perfetto. Ma fa rabbia l’idea che si tratti di normale amministrazione, non di un miracolo. Tornano in mente le parole di Bigon: un nuovo sasso gettato nello stagno. “I giocatori del Nord al Napoli non vengono“. Detto senza neppure un’ombra di sarcasmo, da un dirigente che invece il percorso inverso l’ha fatto, partendo da Padova. E non può capacitarsi di ciò che sta accadendo. Il suo prossimo acquisto sarà probabilmente un altro calciatore del Sud, l’uruguaiano Britos. Il mercato azzurro aggiunge un nuovo parametro: prezzo del cartellino e provenienza geografica, l’effetto della spazzatura applicato al pallone. Prima scappavano i turisti e adesso anche i giocatori. Bigon tiene per sé i nomi: top secret i protagonisti del gran rifiuto.
Ma di rifiuti si parla ovunque, purtroppo. Perfino a Boras, nella civilissima Svezia, i tifosi del Napoli furono presi in giro per la vicenda spazzatura. Era la prima trasferta d’Europa. Chissà che cosa capiterà oggi, nell’altrettanto civile Utrecht. L’equazione città-spazzatura si sta allargando al calcio, che ha soltanto il torto di esportare un marchio in caduta internazionale, mortificato dal marciapiede. L’avverte sulla sua pelle perfino il livornese Mazzarri, napoletano d’animo. “Tocca al calcio dare l’esempio. Ma poi bisogna toglierli, quei sacchetti“. E quanta amarezza nella denuncia del veneto Bigon, costretto a incassare un rifiuto che umilia tutti, non solo chi lo subisce.
La Redazione
C.T.
Fonte: La Repubblica Napoli
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