Il caposervizio delle pagine sportive di Libero Fabrizio Biasin ha parlato anche dell’intervento che oggi terrà Moggi al Tribunale di Napoli su Calciopoli:
La domanda cretina solo in apparenza: se alla vostra collezione di spezie manca solo il sale rosa dell’Himalaya e avete la fortuna di incrociare il negozio “Qui Spezie” cosa cavolo mai comprerete? Il sale rosa dell’Himalaya, ovvio. Ecco, nel calcio italiano le cose non vanno così. Davvero difficile capire perché mancava solo un ingrediente per fare della neonata Juventus una pietanza perfetta: un dannato difensore centrale che facesse da chioccia al pulcino Chiellini (bravo se affiancato da un “generale”, disastroso se lasciato solo). Ebbene, i capi della Signora che fanno? Comprano di tutto ma non il difensore centrale. A guardar bene ci provano fino all’ultimo, ma le opzioni di fine agosto (Gastaldello, Lugano, Alex, perfino Andreolli) fan venire l’orticaria a Marotta e il posto resta vacante. Un vero peccato per un gruppo criticato oltremisura dopo il pari di Catania: la squadra c’è, i punti anche, la grinta pure. Abbastanza per sorridere, ma da troppe parti giungono mugugni pretestuosi di chi si è dimenticato in quali disastrate condizioni versavano i bianconeri non più di due mesi fa. Conte ha fatto un piccolo miracolo e adesso sfida il Milan delle stelle (rotte): l’ora X per capire se la Signorina si è fatta grande.
La pirlata del negozio di spezie vale mica solo per la Juve. L’Inter, ad esempio. A furia di sentirlo ripetere da orde e orde di tifosi, appassionati e pseudo-esperti, persino mia nonna un pomeriggio di luglio invece di dirmi ha alzato il dito come quelli che ne sanno: . Mia nonna ha 90 anni e un po’ meno esperienza sul mercato di Branca, ma uno fra Kucka e Casemiro l’avrebbe sicuramente portato a casa. E invece i nerazzurri si ritrovano a Mosca con una rosa monca e la necessità di far risultato. Fortuna c’è Ranieri, l’allenatore che in meno di una settimana ha ridato un’identità a Zanetti e fratelli nerazzurri. Tutto merito del mister? Forse no, in fondo l’han capito anche i sassi che la squadra scesa in campo a Novara era troppo brutta per essere vera. Ora però non basta svolgere il compitino: contro il Cska servono idee e quella semplicità che il tecnico del Testaccio ha nel dna. Con Sneijder fuori un mese l’occasione mostruosa per Coutinho, il pulcino che messo all’ingrasso ora sembra aver raggiunto addirittura i 20 chili di peso. Oggi parte dalla panchina ma avrà la sua chance: se riesce a diventare più concreto l’Inter ha di che sorridere.
Poi c’è il Milan, vittima della mannaia che ha ridotto la rosa a uno stelo senza petali (non che i cugini nerazzurri siano messi poi tanto meglio…). Dice l’esperto: . Vero, prevedere che il malocchio investisse Milanello non era possibile, ma qualcosa forse poteva e doveva essere fatto. La lista Champions compilata dal mister toscano in puzzle senza senso: troppi difensori, poche punte, Inzaghi e El Shaarawy a far la calzetta. Ancora l’esperto: . Balle. Il contratto di Inzaghi è stato rinnovato proprio per avere una carta in pi da utilizzare in Europa (anche solo 5 minuti a partita) e la scusa del “mezzo rotto” non regge: uno che non sta in piedi non corre come una furia a tutti gli allenamenti. Quanto all’egiziano parla il campo: uno così è pronto per far la differenza ovunque. A Manchester, per capirci, Ferguson non avrebbe paura a schierarlo titolare anche in Champions.
Banalissime considerazioni finali sul gioiello Atalanta: Pasquale Marino ha un guaglione fenomenale, il presidente Percassi un presidente che sa cos’è il calcio (forse perché lo ha praticato). A Bergamo si stanno leccando i baffi e da pragmatici quali sono sanno almeno due cose: 1) L’Atalanta non lotterà per lo scudetto. 2) L’Atalanta è stata costruita con la lucidità necessaria per raggiungere una salvezza tranquilla. Per come si erano messe le cose c’è a spellarsi le mani.
PS. Se Luciano Moggi da Monticiano avesse un ultimo desiderio da esprimere, probabilmente vi chiederebbe un sigaro all’anice marca “Pedroni”. Oggi, nell’aula del tribunale di Napoli ne dovrà fare a meno perché “la legge è uguale per tutti” e magari anche per lui. Che voi siate amici o nemici di Moggi Luciano, fan sfegatati o detrattori, se non vedete l’ora di stringergli la mano o di mettergliela al collo, sappiate che è un giorno importante per capire dove sta andando il barcone denominato “Calciopoli”. Gli avvocati dell’ex direttore generale della Juventus prendono la parola. Chi vi scrive non conosce i contenuti dell’arringa difensiva, ma sa di per certo che ci sarà parecchio marasma. Quel che verrà fuori non cambierà l’opinione di chi da ormai cinque anni segue questa intricata vicenda: chi ama Moggi continuerà a gridare “innocente”, chi lo odia continuerà a pensare “dice falsità”;. In ogni caso questo pomeriggio (e in attesa della sentenza) si chiude un capitolo importante della storia che ha scosso il pallone tricolore come gli tsunami fanno con i castelli di sabbia. Drizzate le orecchie.
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