Ora, che le cose siano andate così (c’è la possibilità che il sottoscritto abbia leggermente enfatizzato la questione) oppure no, restano da stabilire altre tre questioni. 1) Cassano resterà all’Inter oppure no? Noi puntiamo sul “sì”. Moratti s’è affezionato al barese, il giocatore in fondo si trova bene con (quasi) tutti, alla Samp non si possono permettere un ingaggio da 2,7 milioni netti. Le cose potrebbero cambiare se a Genova tirassero un po’ la corda per mollare quel piccolo fenomeno di Icardi, ma al momento Garrone ha fatto capire che per l’argentino vuole solo liquidi. E tanti. 2) Cassano fa il bene dell’Inter o è una zavorra? La faccenda è spinosa. In Italia trottolini come lui ce ne sono pochi: ha l’assist nel dna, se è in giornata disegna meraviglie eccetera eccetera. Il fatto è che l’Inter siffatta col barese in campo ha seri problemi a impostare la fase difensiva. Il motivo? Semplice. Antonio la fase difensiva… non la fa. Giovedì, a Londra, contro un Tottenham in forma smagliante, servono meno “artisti” (cit. Moratti) e più imbianchini. 3) Chi è la spia di casa Inter? A tal proposito si sono espressi in tanti. C’è chi dà la colpa a uno degli argentini, chi a qualche dirigente della società che ha voluto fare il figo con i giornalisti della Gazzetta (Ipotetico dialogo tra la “spia” e il giornalista. Spia: “Io so una cosa che tu non sai perché io sono dell’Inter e non so se te la posso dire”. Giornalista: “Va bene, non dirmela”. Spia: “No, dai, te la dico”). In un caso o nell’altro, fanno pensare le fresche parole di Pazzini, uno che non ha sassolini nelle scarpe da togliersi (noooooooooo…): “La spia? Lo sanno tutti chi è, ma non si può dire”. Sospetti su Ciccio il porchettaro dall’udito fino, ambulante di Appiano Gentile a cui Cassano in un paio di occasioni non ha pagato le “Goleador” (caramelle gommose).
Come andrà a finire? Lo scopriremo presto, prestissimo, ché la corsa al terzo posto in campionato pare il lettone di Rocco quando gli sale la voglia (sì, insomma, c’è la folla). Il Milan in particolare sembra lanciatissimo, anche se ha una quisquilia da sbrigare tra sette giorni sette. Si chiama Barcellona, la squadra dei fenomeni che al momento sembra poco fenomenale. Sui quotidiani spagnoli rilanciano il piano anti-Diavolo: “I blaugrana giocheranno con quattro punte dal primo minuto”. Come dire: “C’avete sfidato? E ora vediamo chi ce l’ha più grosso (l’attacco)”. Se davvero gli spagnoli andranno allo sbaraglio sarà peggio per loro, ché Allegri e Mourinho hanno già dimostrato di saper reggere l’assalto all’arma bianca.
Ma c’è tempo, per carità. Quello che non ha la Juve, impegnata domani in un match che serve a Conte soprattutto per rilanciare Quagliarella. L’incontentabile Antonio sembra nervoso come ai bei tempi: va in conferenza e se la prende con tutti e nessuno, e in definitiva non capisci davvero con chi ce l’ha. Dice “Loro lo sanno!” e “Quelli là ci provano!”. I giornalisti lo guardano facendo finta di capire ma dentro di loro pensano “che accidenti ‘sta a dì questo?”. La verità è che Conte ha legittimi sogni Champions. Vicini e lontani. Anto’ sa che l’edizione di quest’anno lo può portare in cima al mondo, poi chissà. A Madrid parlano di lui, a Londra (sponda Chelsea) anche di più (diciamolo, “Sancho Panza” Benitez è spacciato). Un pronostico? Alla fine Conte non si muoverà da Torino. E Cavani? Mezza Europa è sulle tracce del Matador, De Laurentiis già si gode i 60 fantastilioni da investire sul mercato. Un altro pronostico? Resta ancora un anno a Napoli alla faccia di chi gli sta dando del mercenario solo perché è a secco da un mesetto. In fondo vuole a tutti i costi rendere la pariglia a Chiellini. Chiello, occhio allo scalpo! Si fa per dire ovviamente…
Fonte: Tuttomercatoweb.com
La Redazione
L.D.M.
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