Barzellettona tanto per cominciare. Cambiasso va dal dottore e dice: “Dottò, me fischiano le orecchie”. E il dottore: “Sei interista, che vuoi? Gli applausi?”. Risate a denti stretti…
Detto che il Cambiasso versione romanesca ce lo siamo bellamente inventati e che la storiella originale era dedicata dai tifosi della Roma all’ex laziale Pancaro (povero Pippo…), ci va di far quattro chiacchiere a proposito della questione “fischi ai senatori”.
Le lacrime dell’argentino fanno male: è triste vedere un campione che mugugna in panchina, soprattutto se si tratta di uno che ha dato (e sta dando) il cuore per la maglia più bistrattata dell’ultimo bimestre. Ma qui la faccenda è un’altra: chi assiste alle partite molto spesso è più lucido di chi le gioca (o di chi sta in panchina). Un campione come Cambiasso al momento non è presentabile: non perché è bollito, per carità (ha solo 31 anni e giocherà ancora per tanto tempo), ma perché è rallentato, stanco, totalmente fuori condizione. Il pelatissimo (non che chi scrive stia molto meglio a capelli) scende in campo perché nessun giocatore si tira fuori dalla mischia se non è obbligato, la colpa semmai è del suo allenatore (sì, Ranieri) che dovrebbe capire quando è il momento di cambiare. Certe scelte sanno di accanimento terapeutico e i fischi dei tifosi sono legittimi, soprattutto perché rivolti a un giocatore intelligente: quando tornerà in forma l’argentino li tramuterà in applausi (che poi, diciamolo ad alta voce, i tifosi alle critiche preferiscono mille volte gli osanna, persino i genitori del piccolo Filippo se ci consentite la battuta acidella…).
Altro sapore hanno le critiche mosse a Vucinic. Quando la Juve comprò il montenegrino tutti quanti dicevamo (per primo chi scrive): “Uè che bel colpo ha fatto Marotta, il Mirko farà una marea di gol”. Sì, tre. Diciamo che tra chi sta leggendo c’è sicuramente qualcuno capace di fare meglio senza guadagnare tre milioncini di euro a stagione (uno per rete…). Ora, nessuno dice che la Juventus non stia realizzando qualcosa di clamoroso (il primo posto passa dal recupero di domani a Bologna) ma negli ultimi giorni tira una brutta aria: i tifosi si sono fatti la bocca buona e non vogliono rinunciare al sogno scudetto. Scelta legittima, condivisa da tutti, Conte compreso (dichiarazioni di facciata a parte). Ma la verità è amara: 12 pareggi senza quasi mai soffrire significano un errore nelle scelte pre-campionato. Alla Juve serviva un bomber vero, perché Matri è un attaccante di livello ma puntare su di lui, Vucinic e Quagliarella per vincere uno scudetto è quantomeno un azzardo. Soprattutto se dall’altra parte bazzica un certo Ibra. E Borriello? Siamo sinceri: uno che finisce in tribuna dopo due mesi di pessime prestazioni difficilmente riuscirà a riconquistare il cuore del bell’Antonio (figuriamoci quello dei tifosi bianconeri, scettici dal giorno dell’acquisto).
Si diceva di Ibra. Il ragazzo trotta che è una meraviglia, ma codeste son considerazioni banali, niente di straordinariamente geniale alla Mago Otelma, per capirci. Quello che possiamo dirvi è che è già partita la carica del sempre attento Minone Raiola al Fort Apache di via Turati (sede del Milan). Presto Galliani sarà (felicemente? Forse sì…) obbligato ad alzare l’ingaggio dello svedese (oggi fermo a 9 milioncini, mica banane) e persino a prolungargli il contratto (che pure scade nel 2014). Minone sa che questa è l’ultima occasione per regalare una pensione d’orata a Zlatan e alle successive 31234123 generazioni di piccoli Ibra e certo non vuole lasciarsela sfuggire.
Se Galliani farà uno strappo alla regola degli over trenta (un anno di prolungamento del contratto alla scadenza dello stesso con “rivisitazione” dell’accordo economico) bene, altrimenti non è impossibile ragionare su una separazione consensuale. Mancini attende, Mourinho pure, Raiola gode, Galliani pure (dovesse andar via, il Milan incasserebbe comunque un bel gruzzoletto).
E, a proposito di Mino… Il consiglio a Moratti è sempre lo stesso: prima di scegliere a chi affidare la panca del precarissimo Ranieri, faccia una telefonata al re degli agenti con in mano un ramoscello d’ulivo. Un nuovo patto con Mino e il ritorno di Oriali potrebbero essere le basi solide dalle quali ripartire per la rifondazione. Patron Massimo e Raiola non vanno d’accordo? Di fronte al bene del club ci si può tranquillamente tappare il naso.
Ultime da Scommessopoli. Si sente, provenire da lontano (ma mica troppo), un nuovo, inquietante tintinnio di manette. Presto faremo i conti con nuovi arresti di primissimo livello. Ci fischiano le orecchie come a Pancaro (o Cambiasso, poco cambia).
(Due chiacchiere su Twitter? @ FBiasin)
Ps.: Ieri a Napoli è andato in onda l’ultimo film di De Laurentiis: “2012: Assalto ai botteghini”, una pellicola cruda, vera, vietata ai minori ma anche ai maggiorenni. Tradotto: per rispetto dei tifosi lo smazzo dei biglietti per Chelsea-Napoli poteva essere organizzato in maniera più umana.
Fonte: Fabrizio Biasin per Tuttomercatoweb.com
La Redazione
C.T.
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