A fine articolo tenteremo un esperimento stile Giucas Casella quando urlò “cein cein cein” sui carboni ardenti.
Per iniziare, leggete qua:
Chi disse “preferisco avere fortuna, che talento” percepì la vera essenza della vita.
La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo.
A volte in una partita di tennis la palla colpisce il nastro. E per un attimo può andare oltre. O tornare indietro.
Con un po’ di fortuna va oltre. E allora si vince. Oppure no. E allora si perde.
Nel monologo sulla fortuna che precede “Match Point” (meraviglioso. Se non l’avete visto sarete rinchiusi a forza nello spogliatoio di Luis Enrique mentre enuncia la teoria del “centrocampista che gioca in difesa”), il maestro Woody Allen ci spiega perché, a volte, è inutile scervellarsi su questo e quell’altro, ché tanto tutto è affidato al caso e alla fine conta quasi solo il culo.
Ecco, noialtri inutili pezzi di carne respirante, per non avere rimpianti, dobbiamo lavorare su quel 5% che prescinde dai colpi di culo, tenendo presente che magari sei lì da tre ore a preparare l’arrosto con la mentuccia, l’intingolo quello giusto e con tutti gli accorgimenti del caso, e all’improvviso si sfracella un asteroide in cucina e te ne vai al creatore con un ramo di rosmarino nell’orecchio. Oppure – chessò – ti fai bello per il primo appuntamento neanche fossi un tronista della De Filippi e al momento dei saluti con la tua bella pesti una merda di cane grossa come una Sacher. Ovvio che fai una figura bestiale e addio fichi-fichi.
Contano le chiappe, insomma. Lo sanno bene parecchi uomini di calcio di casa nostra, che da qualche tempo mostrano alle telecamere la faccia di quelli che hanno pestato la suddetta perniciosa torta canina e si lasciano trasportare dagli eventi. Son rassegnati, disillusi, rintontiti (e certo hanno le scarpe da buttare).
Vien da pensare a Peppuccio Guardiola, l’elegantone che a un bel punto ha pensato bene di schiacciare il tasto “pausa”. Era abituato a vincere tutto e non poteva immaginare che quel diavolo di Roberto Di Matteo fosse nato con la camicia. Starà fermo una stagione e magari andrà a vivere a Londra (senza magari…) in attesa di ritrovare nuovi stimoli.
Diverso il discorso in casa Milan. Di Allegri abbiamo già parlato in abbondanza (Capello non verrà, più probabile Van Basten), meglio concentrarsi sul sciur Galliani, stranamente taciturno e presto alle prese con la questione “rinnovi contrattuali degli ultra-trentenni”. Facciamo la nostra previsione senza dare troppe spiegazioni: Gattuso resta, Flamini via, Ambrosini resta, Seedorf via, Yepes resta, Inzaghi via, Zambrotta via, Nesta via, Van Bommel via. Tra gli altri tanti saluti a Robinho e a Ibra se non otterrà l’aumentino d’ingaggio (Raiola sa che City e Real Madrid hanno intenzioni piuttosto serie).
Questione Inter. Chiariamo il concetto: Lavezzi al momento ha le stesse speranze di vestire il nerazzurro di quelle che ha Willy il Coyote di acchiappare Beep Beep. Moratti vorrebbe sì l’argentino, ma alle sue condizioni (molto meno dei 31 milioni della clausola e almeno una contropartita tecnica), solo che dall’altra parte non c’è il tizio da spiaggia che ti dice “trenta!”, tu gli rispondi “venti!” e infine si chiude a 25; dall’altra parte c’è De Laurentiis e quello i “picci” li vuole tutti fino all’ultimo centesimo. Ecco perché le alternative sono due: Lavezzi resta a Napoli (alla faccia di sua moglie che vorrebbe sbarcare a Milano), Lavezzi vola in Inghilterra a far bello il City. Non si scappa, anche perché il Pocho pretende di partecipare alla prossima Champions League. Domanda: Stramaccioni riuscirà a conquistare il terzo posto? Calendario alla mano sembra difficile, molto più probabile, invece, la conferma del tecnico. Già, lo Strama… Avete presente quando al Liceo un bel giorno non entra in classe quella iena della professoressa Rompitesta, ma il supplente Pirletta? Dice il Pirletta: “La signorina Rompitesta (zitellona a 60 anni perché non se la sposa nessuno quella lì ndr) ha le vene varicose, la sostituirò per due settimane”. In classe partono le ole, perché col Pirletta è una pacchia, e lo sfotti, gli tiri gli aeroplanini di carta in faccia, volano i gessetti, quando fa l’appello alzi la mano e fai finta di essere Buccinelli anche se ti chiami Tedeschini, fai incendiare lo sbianchino sul banco effetto “Iroshima” e tutta una serie di matte risate che solo chi ha avuto IL SUPPLENTE può raccontare. Ecco, l’Inter rischiava l’effetto supplente, ma si è ritrovata in casa uno che è tutto tranne che un Pirletta qualunque, uno che se per caso fai arrabbiare (vedi Forlan) ti mette la nota sul registro e tanti saluti alla buona condotta. Il preside Moratti si è convinto: Strama resterà anche l’anno prossimo. Poi vatti a fidare (in fondo a parole confermò anche Zaccheroni prima di acchiappare Mancini).
Previsioni finali sulla Signora Juve, che viaggia rapida verso il titolo (chi si deve toccare lo faccia ora o mai più) e pensa già al futuro. Rapida analisi del parco attaccanti bianconero: Quagliarella ha rinnovato, Del Piero se ne andrà, Matri si gioca il posto con Borriello (nonostante i gol con Cesena e Novara difficile che Marotta opti per il riscatto dell’ex bomber della Roma), Vucinic non si tocca, Suarez (tripletta domenica con il Liverpool) piace sempre più. A centrocampo tutti confermati, Vidal in primis che non lascerà il bianconero nonostante la Special corte di Mou.
Avevamo promesso l’esperimento stile Giucas? Eccolo.
Premessa: non ci capirete nulla. Tra sette/dieci giorni la soluzione del caso.
Ieri usai l’Asl per muscoli, letto, salmi: sconto!
(sì, ho mangiato pesante… Ne parliamo su Twitter? @ FBiasin)
Fonte: Fabrizio Biasin per Tuttomercatoweb.com
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