Intoccabile per il popolo granata. E per i dirigenti del Torino? «Scusate, ma di mercato non parlo». Rolando Bianchi, diventato Rolandinho per i tanti gol segnati nella stagione della Reggina di Mazzarri, si apre soltanto quando spuntano i nomi del suo ex tecnico e del Napoli sulla terrazza del «Capri Tiberio Palace», l’albergo che ospita calciatori e attori nella terza edizione di «Capri Vip Champion»: l’evento organizzato dalla 361ondemand di Giuliano Annigliato. «Al Napoli auguro le migliori fortune e in particolare al suo grande allenatore…».
Bianchi lei conosce molto bene Mazzarri.
«Due anni insieme alla Reggina, il secondo chiuso con una salvezza clamorosa perché partimmo con un pesante handicap in classifica dopo Calciopoli. L’allenatore però riuscì a trarre il massimo dalla squadra come avrebbe poi fatto con la Sampdoria e il Napoli. Io gioco nel Torino e so bene cosa significa raggiungere i risultati dopo grandi sacrifici: questa promozione in serie A ce la siamo sudata visto anche che le difficoltà sono state infinite. Ma in fondo è bello soprattutto così».
E non è il solo. Cavani è esploso con Mazzarri: 49 gol in due campionati.
«Non mi sorprendo, i numeri confermano che gli attaccanti si esaltano con questo allenatore. Prendete Lucarelli e Protti a Livorno nell’anno della promozione in A, o Cassano e Pazzini alla Samp. Non bastano le qualità tecniche di un calciatore, quelle di Cavani, Lavezzi, Hamsik, Pandev. Mazzarri dà una impronta offensiva alla squadra, mettendo gli attaccanti nella migliore condizione possibile, ma non a discapito della fase difensiva. In questo equilibrio c’è il segreto dei suoi successi».
Tre qualificazioni in Europa con il Napoli e la Coppa Italia dal 2009 al 2012.
«Il Napoli ha potuto aprire un nuovo ciclo vincente con Mazzarri e la città deve essere orgogliosa di questo tecnico che sta scrivendo con i suoi giocatori pagine di storia. La Coppa Italia è un trofeo importante e ora auguro al mio ex allenatore di vincere lo scudetto».
Cinque anni fa era stato vicino al Napoli, ma rinunciò per ragioni contrattuali.
«Meglio chiarire, anche se è passato tanto tempo. Io ero in vacanza ad Ibiza e il mio ex procuratore trattava con il presidente De Laurentiis. Ma io sapevo poco o niente. Quando rientrai in Italia, lessi alcuni giudizi del presidente nei miei confronti e non capii. Di certo comunque non sono un calciatore attaccato ai soldi, ho messo sempre il lavoro davanti a tutto e mi alleno intensamente anche quando sono in vacanza. Il calcio resta una passione».
Nulla da fare. Alla tentazione di parlare del suo futuro non cede, raggiunge Fabbrini, Acerbi e Stendardo per il karaoke.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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