Ventisei anni dopo Juve-Napoli è di nuovo una sfida scudetto. Azzurri e bianconeri primi in classifica, a pari punti: esattamente come nel novembre 1986. Il Napoli vinse 3-1 e volò verso il tricolore. C’era Ottavio Bianchi sulla panchina azzurra.
«Ci sono diverse analogie con quella sfida: due squadre prime in classifica con merito, frutto del lavoro portato avanti già da anni. La Juve ha vinto l’anno scorso lo scudetto, il Napoli non è una rivelazione ma da considerare una realtà».
Come si vincono sfide del genere?
«Il Napoli deve essere convinto di essere in questo momento pari alla Juve. E poi giocare a Torino può rappresentare un vantaggio dal punto di vista tattico. La partita dovrà farla la Juve e il Napoli potrà sfruttare la grandissima qualità dei suoi singoli nei contropiedi».
Sfida scudetto dopo la sosta per le nazionali: un problema?
«Non vorrei essere al posto di Mazzarri e Conte, dopo le soste è veramente dura per un allenatore. I nazionali cambiano clima, abitudini, allenamenti: da questo punto di vista sarà una sfida atipica».
Come ovviare a quest’insidia?
«Per me la prima partita dopo la sosta di Natale era un dramma. Mazzarri e Conte dovranno verificare bene la condizione dei nazionali e se lo ritenessero necessario avere anche il coraggio di mettere fuori qualcuno dei titolari. Queste partite si vincono in 14, fondamentali sono i cambi, quindi si può anche partire dalla panchina».
La polemica dei tifosi azzurri per il «risparmio» degli juventini da parte di Prandelli: che ne pensa?
«Niente alibi, anche ai miei tempi questa era la cosa che mi dava più fastidio. Il Napoli non deve proprio pensare a queste cose perchè è un segnale di debolezza. Quando sei forte vai in campo e vinci. E il Napoli è forte».
E la scelta del’arbitro dopo le polemiche di Pechino?
«Idem, niente alibi. Va bene qualsiasi arbitro, anche Mazzoleni».
I protagonisti della sfida, chi sceglie?
«Nel Napoli penso a Cavani che esalta il Napoli perchè il Napoli esalta le sue qualità. E poi Hamsik, bravo a inserirsi. Nella Juventus il punto di riferimento è Pirlo».
La Juve in cosa è più forte?
«La Juve è forte nella mentalità da provinciale, lotta con rabbia su tutti i palloni: 46 partite consecutive senza sconfitta confermano proprio questa caratteristica. Il Napoli ha più qualità in attacco».
Sarà una sfida scudetto?
«Sarà una sfida molto importante soprattutto per il Napoli, una vittoria per gli azzurri significherebbe la definitiva consacrazione e aumenterebbe ancora di più l’autostima».
La sua favorita per la sfida e per lo scudetto?
«A Torino dico cinquanta e cinquanta, per lo scudetto pure. Sarà una lotta a due, milanesi e romane non sono allo stesso livello. Il vantaggio del Napoli è di non giocare la Champions, il vantaggio che ebbe la Juventus l’anno scorso».
Ci sono i presupposti per ripetere quell’impresa di 25 anni fa?
«Certo che ci sono, anche allora quel Napoli era in continua crescita, l’anno precedente arrivammo terzi. Questo Napoli ormai è abituato a lottare per certi traguardi. Ora gli azzurri hanno una maggiore esperienza».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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