E’ stato calciatore, ha allenato ed ha ricoperto anche ruoli da dirigente, di Calcio, insomma, sa’ proprio tutto. Ottavio Bianchi, indimenticato mister del triplete azzurro 1987 (Uefa, Scudetto e Coppa Italia) interviene a Marte Sport Live per commentare la situazione attuale del Napoli, tra finale di Coppa, progetti futuri, sicuri addii e quel pizzico di amarcord che non fa’ mai male. Ecco quanto evidenziato dalla Redazione di Iamnaples:
“La nostra fu una cavalcata storica verso la Coppa Italia dato che la giocarono le cosiddette seconde linee, che si rivelarono eccezionali. La difficoltà più grande fu riuscire a tenere alta l’attenzione nel periodo tra i festeggiamenti dello Scudetto, che non eravamo abituati a vincere, e la finale di Coppa. La Juventus, rispetto a quel mio Napoli, però, è una società già più abituata a vincere e le vittorie in questo caso fanno da sprono. E’ un peccato che quest’anno il Napoli non si sia piazzato terzo, i risultati dello scorso anno lasciavano presagire ad un 2012 da protagonisti ma a parer mio l’anno prossimo può essere quello giusto per gli azzurri. Mi spiego: la Juventus, Campione d’Italia, sarà impegnata dopo tanti anni su tre fronti e potrebbe pagare lo scotto, in questo senso, Milan e Inter subiranno delle rifondazioni vere e proprie e non è mai facile ripartire da 0, il Napoli potrebbe giovare di una situazione generale non esaltante, forte della buona ossatura della rosa e dell’ottimo assetto societario. La partita? La partita secca è affascinante, credo che sarà molto aperta anche se il Napoli avrà la possibilità di giocare come è più congeniale all’undici di Mazzarri: lasciando il pallino del gioco ai bianconeri e ripartendo con grande brio. Lavezzi? Non conosco benissimo la situazione, ma all’estero una cosa del genere fa sorridere dato che fuori Italia non si usa fare misteri su eventuali trasferimenti, ma finchè questi non si concretizzano, i giocatori in questione danno e ricevono tutto all’ambiente in cui sono ancora tesserati. Se Mazzarri sceglie che può essere utile alla causa il Pocho deve giocare, poi dopo la gara si penserà alla dietrologia: ormai nel calcio non esistono più tradimenti, i calciatori sono aziende attorniati da personale. Ho fatto anche il dirigente e so queste cose come vanno, non esiste più il calcio romantico, tutto gira intorno al guadagno. La chiave tattica per Roma? Aggredire il portatore di palla, specie se è il signor Andrea Pirlo, non so come gli azzurri arriveranno all’impegno ma credo gli azzurri abbiano voglia di regalare un trofeo alla nuova gestione e alla Piazza che attende da troppo.”
La Redazione
M.P.
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