Patrizio Bertelli:
«Sì, sono molto soddisfatto anche se… la ciliegina sarebbe stata se Max Sirena con Swordifish fosse arrivato più avanti. Con le mie due Luna Rossa davanti a tutti sarebbe stato uno spettacolo nello spettacolo: i napoletani avrebbero avuto un altro derby per cui dividersi e tifare». il patron di Luna Rossa, una Vuitton Cup eroicamente vinta (Auckland 2000) contro Cayard, una malinconicamente persa (Valencia 2007) contro i kiwi, ha una passione grande così: di passaggio a Napoli, fa un bilancio di questa prima avventura di Prada nell’America’s Cup Series camminando tra i team e stringendo le mani degli avversari.
Sensazioni per questo ritorno?
«Buone. Oracle e New Zealand sono finite alle nostre spalle, come tante volte nelle sfide della passate stagioni. Ovvio che la competizione è già molto accesa e combattuta. Ma sono contento di aver vinto a Napoli».
Viva il fair-play. Ma dov’è finito il toscanaccio dalla lingua affilata?
«Credo che ci sia molto equilibrio in questa edizione delle World Series a tutto vantaggio dello spettacolo».
A Palermo è stato critico sulla scelta di Napoli come sede. Cambiato idea?
«Sono rimasto molto impressionato dal pubblico che ha affollato il lungomare. Non ho mai creduto che fosse sbagliato venire qui: ho semplicemente detto che Trapani e Bari erano allo stesso livello».
Cosa ha detto ai suoi ragazzi dopo aver battuto gli americani di Oracle?
«Non era così scontato fare bene qui a Napoli. Era la prima volta che ci confrontavamo con gli altri team. Ovvio che ho fatto i complimenti a tutti».
Aveva dubbi?
«Il livello quest’anno è molto alto. Raggiungere i livelli di Artemis, Oracle e New Zealand così in fretta non è stato facile e ora non vorremmo fermarci».
Più forte Team New Zealand o Oracle?
«Son lì, c’è stato un generale equilibrio. Bisogna vedere i margini di miglioramento prima di Venezia».
Felice, dunque, di essere tornato in gioco?
«Certo, altrimenti non avrei accettato questa nuova sfida».
Partecipare per partecipare non l’ha mai appassionata?
«Confermo. Luna Rossa è scesa in acqua perché vogliamo vincere la Vuitton Cup e poi l’America’s Cup».
L’alleanza con New Zealand?
«Condividendo il design abbiamo guadagnato tempo e competitività. Gli americani sono rimasti sorpresi, non se l’aspettavamo. Siamo partiti in ritardo, ma è chiaro che partecipiamo per vincere».
Ha detto che se vince la brocca, la porta in Sicilia. cambiato idea dopo aver visto Napoli.
«La Sicilia e Palermo restano la mia prima scelta».
Deluso per la prestazione di Max Sirena?
«Certo che no. Il lavoro di tutta la squadra è stato eccezionale».
Vero che non salirebbe mai sull’Ac72, i catamarani del prossimo anno
«Mi incuriosiscono, però non credo di volerci salire. Se cadi da lassù, rischi di ammazzarti»
Dopo il ritiro di Mascalzone Latino, felice per aver rilanciato l’immagine dell’Italia nella vela?
«Il ritiro di un italiano che era Challenger of Record mi ha molto dispiaciuto. Mai successo nella storia. Usciamo da un periodo brutto sul piano dell’immagine, che vorrei riscattare».
C’è l’ipotesi di far gareggiare anche la Vuitton Cup con i catamarani visti nelle World Series?
«Se cambiano ancora le regole in corsa, ritiro Luna Rossa: a San Francisco si corre con gli Ac72 o niente».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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