C’è poco da fare: il Napoli stasera si gioca tutto o quasi sulla strada che porta allo scudetto. E Beppe Bergomi, lo zio, vent’anni all’Inter e ora commentatore per Sky non lo nasconde: «Sicuramente è una partita fondamentale visti anche i risultati delle ultime giornate. Gli azzurri devono sfruttare al meglio la buona prova con l’Arsenal».
Bergomi, la delusione è ancora enorme per l’eliminazione in Champions.
«Lo immagino. Ma ora quelle energie devono essere trasformate in rabbia: gli azzurri hanno ancora la possibilità di rientrare in corsa per lo scudetto. Ma oggi serve una grande prestazione, servono tre punti, importantissimi per il prosieguo della stagione».
E gli basterebbe ripetere la prestazione di mercoledì?
«È stata una serata stregata, che va messa da parte. Benitez starà lavorando di sicuro per far in modo che la squadra la Champions e si concentri sul campionato».
Quale è l’elemento chiave di Napoli-Inter?
«La condizione fisica. E sotto questo aspetto ho visto la squadra di Mazzarri un po’ in affanno nelle ultime due giornate. Ma magari al San Paolo i nerazzurri ritroveranno il vigore perso contro il Parma».
Sulla carta gli azzurri sembrano comunque più completi?
«Hanno un fenomeno vero: Gonzalo Higuain. È tra gli attaccanti stranieri che ha avuto il miglior impatto in Italia alla prima stagione. Questo significa che ha pure grande intelligenza. Poi c’è un altro dettaglio: si vede a vista d’occhio che i compagni lo seguono, che lo considerano un leader. E lui non tradisce».
Ma il Rafa nerazzurro com’era?
«A me piaceva all’Inter come piace adesso. Mi piace molto la sua pacatezza, il modo semplice ma schietto con cui affronta le questioni. Ci mette sempre la faccia. Non è cosa comune».
Meglio Benitez o Mazzarri?
«Bravi tutti e due. Per un motivo: sono allenatori le cui squadre hanno una identità ben precisa. Tutti sanno come gioca il Napoli e come gioca l’Inter».
Il suo personale Napoli-Inter?
«Io al San Paolo e a due passi da me Maradona. Un incubo da marcare, ma tra i giocatori più corretti che abbia mai affrontato. A san Siro mi fece un gol spettacolare: stop e gol al volo che spiazzò Zenga. Conservo la foto. E nella mia camera c’è un poster: io e Diego ai Mondiali del 1986».
Fonte: Il Mattino
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