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Bergomi: “Grassi grande colpo, brillava già quando lo allenavo”

"Mi ricorda un po’ Marchisio dell’inizio, non ha la tecnica di Hamsik ma da Allan può imparare davvero tanto"

Alberto Grassi oggi a Castel Volturno. Accelerata per Federico Barba, su cui però il manager Pastorello sta scatenando un’asta e occhi spalancati per l’approdo di Lorenzo Tonelli in azzurro. Il tutto mentre Nacho scende dalla rampa di lancio dopo che proprio ieri il Real Madrid ha deciso di non lasciarlo partire a gennaio. L’ultima settimana di mercato del Napoli si presenta scoppiettante, con tanti capitoli aperti. Ma l’agenda di Giuntoli e Chiavelli parte dallo sbarco del centrocampista che compirà 21 anni il prossimo 7 marzo, ingaggiato dall’Atalanta e che oggi farà le visite mediche nel centro tecnico. «Ha il carattere forte dei bresciani, la determinazione che insegna Fa nel settore giovanile del club bergamasco». Beppe Bergomi lo ha conosciuto nei due anni in cui ha lavorato nell’Atalanta. «Uno dei migliori prodotti di quel vivaio, non c’è che dire: io ero l’allenatore dei ’94 e lui brillava negli Allievi Nazionali. Poi quando andai a guidare i ’95 lui aveva già fatto il doppio salto nella Primavera. L’ho avuto con me per due sole partite, ma il Napoli ha fatto davvero un gran colpo. Di prospettiva». Ha esordito in serie A il 22 novembre 2014 contro la Roma, l’ultimo figlio di Zingonia (come Gabbiadini) è il simbolo del riscatto della scuola italiana in questa sessione di mercato: visto l’impossibilità di arrivare ai big europei, i club italiani si consolano andando alla scoperta del meglio fatto in casa: da Mandragora a Sensi, da Mazzitelli a Capezzi, senza dimenticare Gnahorè, 22enne rivelazione della Carrarese che Giuntoli ha strappato a un bel po’ di pretendenti e che, probabilmente girerà al Carpi. «È giovane, giocare nell’Atalanta non è come giocare con il Napoli che lotta per lo scudetto. Il salto è impegnativo. Mi ricorda un po’ Marchisio dell’inizio, non ha la tecnica di Hamsik ma da Allan può imparare davvero tanto». Fa strano che sia proprio lo zio Bergomi, che a 19 anni era campione del mondo in Spagna, nel 1982, a vedere nella giovane età un impedimento. «Non è più quel calcio: per arrivare al Napoli, Grassi ha giocato solo 16 partite in serie A. Ai miei tempi ci voleva molto più tempo. Ma il ragazzo ha talento, buoni tempi di inserimento, personalità e temperamento». Ah, quello poi proprio non deve mancargli. Prima di balzare alle cronache sportive per il suo ingaggio al Napoli, si è meritato le pagine sul giornale per quel «Vai via, vu cumprà» che ha gridato al nigeriano Salifù, un avversario di colore del Verona e che gli è costata 10 giornate di squalifica. Il momento storico non è certo dei più felici. Un peccato di gioventù. Mino Favini, il responsabile del settore giovanile orobico lo ha sempre difeso: «Macché razzista, a volte scherzava così anche col compagno che arriva dal Mozambico». D’altronde, la mamma è persino di una ragazza di colore conosciuta nell’oratorio. Alberto, su invito di Don Fausto Resmini, frequentò il Patronato San Vincenzo di Sorisole per aiutare i poveri costretti a vivere nella miseria. E per questo la squalifica venne dimezzata. Da piccolo simpatizzava per il Milan, visto che in rossonero giocava il suo idolo: Shevchenko. È in contatto, tramite alcuni amici in comune, anche con Balotelli, visto che a Lumezzane, Mario ha mosso i primi passi da calciatore. Adora la caccia e fin da piccolo andava con il padre e il nonno in giro per boschi. «Il mio bambinetto adesso va tra i grandi», ha ammesso Edy Reja pochi giorni fa. Reja è stato colui che ha convinto De Laurentiis a non esitare troppo. L’ex tecnico azzurro lo ha schierato titolare nella sfida casalinga col Frosinone e da quel momento non ha più ceduto la maglia. Anche Di Biagio si è accorto di Grassi, convocandolo nell’Under 21 impostasi sulla Slovenia (3-0).

Fonte: Il Mattino

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