«Sono molto legato a Sirigu, l’ho conosciuto a Venezia e poi grazie a lui sono stato scelto dal Palermo per fargli da dodicesimo». È un rapporto speciale quello che unisce Francesco Benussi all’attuale portiere del Torino, uno dei favoriti per raccogliere l’eredità di Reina. Fiducia, stima tecnica e una chiara speranza per il futuro: «Sarei felicissimo se vestisse la maglia del Napoli». Anni trentasei, ex portiere – tra le altre – di Lecce, Torino e Udinese, Benussi traccia un identikit approfondito di Sirigu in relazione alla corte del Napoli, che potrebbe farsi ancora più intensa nelle prossime ore.
Sirigu è un portiere da Napoli? «Non posso dirlo con certezza dato che Napoli è una piazza importante, esigenze, difficile. Ma so che Sirigu ha tutte queste caratteristiche e quindi sì, può rappresentare il portiere ideale. Sirigu è italiano, conosce bene il nostro campionato, ha fatto diverse esperienze nel corso della sua carriera e quella al Psg l’ha arricchito, facendogli fare il definitivo salto di qualità. Aver già lavorato con Ancelotti può essere un grosso vantaggio».
Tecnicamente, come lo descriverebbe? «Parto da un presupposto: a trentuno anni un portiere è nel pieno della propria maturità. Sirigu è completo in tutto: magari coi piedi non è forte come Reina, anche se sa usarli molto bene, ma a differenza dello spagnolo è più completo come bagaglio tecnico. Sirigu assicurerebbe un rendimento costante, dettaglio fondamentale per una big come il Napoli. In questi anni è cresciuto tanto e dal punto di vista mentale è affidabilissimo: non giochi al Psg per così tanti anni se non sai reggere determinate pressioni».
Da un portiere all’altro: che ricordi ha del giovanissimo Meret, conosciuto all’Udinese quando era nel settore giovanile? «A differenza di Sirigu si notava subito fosse un talento. Il primo è diventato fortissimo nel tempo, imparando tanto dai vari preparatori che lo hanno seguito; il secondo aveva grandi colpi sin da piccolo ed ora sta dimostrando di essere molto valido. Peccato che qualche infortunio di troppo l’abbia recentemente frenato».
Da portiere, qual è il suo consiglio per Meret: meglio essere «dodicesimo» al Napoli (che lo ha cercato) o titolare in una squadra di livello inferiore? «Personalmente deve cercare di essere protagonista almeno per un’altra stagione in Serie A. In questo momento Meret non può restar fermo, anche se in una grande squadra».
Chiusura con Verdi, suo compagno al Torino: giovanissimo anche lui… «Sì, era reduce dalla Primavera del Milan ma, nonostante l’età, si percepiva già la sua forza. Aveva grandi colpi e per il Napoli si tratta di un grande acquisto. Verdi è un attaccante completo che può giocare in più ruoli. Ha forza nelle gambe e una struttura fisica imponente, oltre al pregio di saper calciare con entrambi i piedi: ciò vuol dire essere imprevedibile al momento di tirare o tentare un dribbling. Meritava una chance in una grande squadra».
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro