INTENSITA’. La certezza, comunque, è che per battere la Juve bisognerà dare più del massimo. Più di quanto visto con il Parma: «Era importante vincere e non subire gol: ci siamo riusciti, anche se sarebbe stato meglio segnare il terzo». Callejon ci ha provato con tale insistenza che, in un’occasione, ha anche peccato di egoismo non servendo Hamsik smarcato in area: «Sì, gliel’ho detto a fine partita: segnare ancora avrebbe permesso una gestione migliore nel finale e più occasioni utili anche per lui». Carico a dire poco, Rafa. «Volevo concentrazione massima». Soprattutto dopo la polemica milanese: «Quello che ho scritto seduto in panchina con il Milan e anche nel 2005, quando abbiamo conquistato la Champions, serve a vincere le partite».
PIPITA VS DUVAN. Molto interessante, poi, è il discorso della terza panchina di Higuain in quattro partire (compreso l’Europa League): «In questo momento Zapata sta facendo molto bene e per me è più facile lasciare fuori Gonzalo. Nonostante sia un campione, un giocatore di altissimo livello che da solo può fare la differenza». Ci pensa a farli coesistere? «Beh, sì, possono giocare insieme, ma dipende da loro e dipende dalla partita: credo che siano due giocatori di un certo livello, ma con caratteristiche diverse. In certi casi possiamo fare una scelta e in certi altri optare per cose diverse». Finale dedicato a Inler, ieri neanche in panchina: «Era reduce da un colpo e accusava un po’ di fastidio: non abbiamo voluto rischiare, ma a Doha ci sarà». Tutto bene.
NIENTE ALIBI. Decisamente diversa, invece, è la notte di Roberto Donadoni: nel campionato precedente aveva vinto e dettato la spietata legge dell’ex, mentre ieri al San Paolo ha dovuto ingoiare la tredicesima sconfitta di una stagione da incubo. Sofferenza vera. Parma ultimo e in ginocchio: «Ci vuole più intraprendenza e meno timore: quando ci capitano palle importanti siamo un po’ troppo impauriti». Lucido a dire poco, Donadoni. E soprattutto dignitoso come mai, quando rifiuta il discorso sulla questione societaria: «Non sono abituato a cercare alibi che vanno al di fuori del terreno di gioco: avere una certa solidità alle spalle è importante, sì, ma la cosa principale è dare il massimo in campo. Siamo preoccupati e delusi, ma non mi arrendo: dobbiamo essere bravi a tirarci fuori da noi. Aggrapparci a certe situazioni è troppo comodo, anche se spero che la vicenda si chiuda subito e la soluzione definitiva». Già oggi.
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