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Benitez: “Voglio vincere come a Valencia e Liverpool”

Rafè I, re di Napoli. In attesa di cominciare a lavorare sul campo, di allenare e sistemare i suoi giocatori sul terreno di gioco secondo il suo credo tattico, di scegliere le prime formazioni, Benitez sta vivendo un sogno. Proprio così, può capitare anche a un tecnico di 53 anni, che ha vinto tutto a livello internazionale, di ritrovarsi in un mondo fantastico, dal quale non vorrebbe più uscire. Sensazioni che il nuovo allenatore del Napoli ha raccontato in maniera inequivocabile soprattutto agli inviati dei media spagnoli, che hanno gremito la sala stampa del centro di Castelvolturno per la sua presentazione ufficiale (e internazionale). Sbarcato a Capodichino giovedì sera, Rafa, pardon Rafè, in cinque giorni ha vissuto una full immersion di emozioni legate alla gente di Napoli, allo spettacolo naturale del Golfo e della Costiera Amalfitana, ai sapori della cucina tradizionale. Lui e la signora Montse, che ha decisamente apprezzato Posillipo come luogo ideale dove stabilirsi per vivere al meglio l’avventura napoletana. «L’atmosfera è sensazionale – ha raccontato Benitez ad AS – I tifosi mi acclamano per la strada, mi chiamano Rafé, re di Napoli, ricordando il passaggio degli spagnoli in questa terra. C’è una passione incredibile, qui il calcio è una forma di vita».
Il merito è anche suo, dal momento che ha saputo subito cogliere il legame tra la gente di Napoli e il Napoli. Benitez non è un perfezionista soltanto nel lavoro da tecnico, lo è anche nel modo di gestire i rapporti con il mondo che lo circonda. Il suo sito ufficiale, molto ben curato, è diventato subito un punto di riferimento per i tifosi del Napoli, che hanno immediatamente apprezzato il modo di porsi dell’allenatore. E ieri Benitez ha voluto ringraziare tutti per questo suo approccio con la realtà napoletana. «Sono pronto a tornare a casa dopo 5 giorni intensi, molto intensi, tra Napoli e la spettacolare Costiera Amalfitana – scrive -. Ho visto tutto l’affetto, una grande aspettativa, un incredibile entusiasmo e un’immensa passione in tutto quello che ho potuto osservare. Queste cose mi hanno ricordato molto il mio periodo a Valencia e successivamente il mio sbarco a Liverpool. Quel modo di essere dei tifosi, quella dedizione assoluta ai colori della squadra… Napoli, i suoi tifosi, mi ricordano molto quelli di Valencia e Liverpool. Se questo è solo l’inizio di cosa ho vissuto in quelle due fasi importanti della mia carriera, credo che possiamo proseguire mantenendo intatto il nostro entusiasmo perché, con lo stesso lavoro e lo stesso sostegno dei tifosi, combatteremo per i nostri obiettivi con grandi possibilitá di riuscita. Sperando possa capitare lo stesso. Grazie Napoli, grazie all’Ssc Napoli, al suo presidente e a tutta la sua squadra di lavoro, grazie a tutti coloro che hanno lavorato e reso possibile la presentazione di venerdì dal primo all’ultimo, grazie ai tifosi e a tutti coloro che hanno fatto sì che rimanesse un ricordo indelebile. Ci rivedremo di nuovo tra pochi giorni per iniziare la nostra entusiasmante sfida».
Una sfida che intriga molto i media spagnoli, che si sono chiesti come mai Benitez abbia scelto proprio il Napoli. E lui ha spiegato come sono andate le cose: «Perché è stato il club che più si è interessato a me. Sono qui perché il presidente De Laurentiis ha preso un volo privato per incontrarmi a Londra e conoscermi. Ha avuto un forte interesse per me e mi ha messo a capo di un progetto. De Laurentiis lavora 24 ore al giorno, mi sorprende continuamente. Quel che chiede lo ottiene, sempre con le idee chiare». Il madridista Benitez al Chelsea ha lasciato il posto a Mourinho, che se n’è andato tra mille polemiche dalla Casa Blanca. Ovvia la domanda sui rapporti di Rafa con lo Special One, con tanto di puntura di spillo per il portoghese. «Nel Madrid – sostiene – mi insegnarono a perdere e a vincere con rispetto ed educazione verso i rivali. Ognuno è fatto a modo suo, anch’io voglio sempre vincere ma cerco di fare le cose con rispetto e professionalità». Il re di Napoli, un vero signore.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

G.D.S.

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