Campione del mondo con la mitica Italia dell’82, quella di Bearzot e Pablito Rossi, Marco Tardelli da allenatore è stato il vice di Trapattoni alla guida dell’Irlanda dal 2008 fino a pochi mesi fa. In attesa di nuove esperienze, dedica occhiate interessate al nostro calcio. «Il campionato italiano rischia di concludersi dopo appena quattro mesi, sta diventando quasi noioso».
Nessuna speranza per le rivali della Juve?
«Roma e Napoli sono le uniche formazioni rimaste in gioco. È sufficiente guardare i distacchi dalla vetta e dove sono le due milanesi rispetto alla Juventus».
Siamo calcisticamente indietro rispetto alle altre nazioni?
«Beh sì. Osserviamo la Champions: in Italia la Juventus stradomina, in Europa va fuori per mano dei turchi e senza aver totalizzato nemmeno tanti punti. Il Milan ce l’ha fatta per un soffio, il Napoli è la squadra che avrebbe meritato di più ed invece è rimasta fuori. Significa che il livello del nostro calcio è inferiore ad altri Paesi, basta confrontarsi e la differenza si nota subito. Per essere competitivi ai massimi livelli, si devono acquistare due o tre elementi di grande qualità per squadra altrimenti guarderemo sempre dal basso verso l’alto il Bayern, il Barcellona o il Real Madrid».
Torniamo all’Italia: discorso chiuso, allora?
«Aspettiamo la prossima giornata e come finirà lo scontro diretto. Se la Roma dovesse perdere, sarebbe triste perché il torneo sarebbe bello e concluso. Il Napoli deve sperare in un risultato positivo dei giallorossi se vuole tornare in gioco, resta comunque il fatto che la Juventus oggi è la più attrezzata per vincere un altro scudetto».
Perché il Napoli ha totalizzato un distacco così evidente dalla vetta?
«Quando si parla degli azzurri, si deve tenere sempre bene a mente che hanno cambiato allenatore, calciatori e filosofia di gioco. Non sono particolari di poco conto, eppure sono lì e di questi tempi, rispetto al passato, hanno conquistato il record di punti».
La squadra di Benitez è forse venuta meno ai grandi appuntamenti?
«Ci può stare perdere contro Juventus, Borussia o Arsenal, per giunta in trasferta. Al San Paolo le cose funzionano molto meglio, in casa il Napoli ha messo sotto tedeschi e inglesi. In campionato ha battuto l’Inter nell’unico scontro diretto casalingo, vediamo cosa accadrà quando arriveranno la Juventus, la Roma, il Milan, la Fiorentina. Ripeto un concetto fondamentale: questa stagione è coincisa con l’avvento di un nuovo ciclo che dovrà portare il Napoli a raggiungere dimensioni internazionali, a me non sembra per niente che l’inizio sia stato poco soddisfacente. Se poi trovi una Juve che va a mille, allora tanto di cappello agli avversari».
Europa League alla portata delle italiane e anche del Napoli?
«Sicuramente si tratta di una manifestazione meno competitiva rispetto alla Champions: le nostre squadre possono arrivare almeno in semifinale. Purtroppo una tra Juventus e Fiorentina agli ottavi dovrà sacrificarsi, il Napoli invece può fare strada perché ha un tipo di gioco che meglio si adatta alle sfide andata e ritorno e a quelle europee in generale. Merito della mentalità che ha saputo trasmettere Benitez».
Il prossimo mercato di gennaio potrà cambiare la scala dei valori?
«Non credo possa scalfire gli equilibri più di tanto perché non arriveranno grandissimi campioni. Per quanto riguarda il Napoli, con i dovuti accorgimenti, sia a livello tattico che di rinforzi, sono certo che Benitez troverà il giusto equilibrio».
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