TORINO – Si comincia dalla fine. E’ inevitabile. Si comincia dal gol che vale la vittoria e scatena la furia del Toro: «Non ho parlato degli arbitri in tutto questo tempo – allarga le braccia Rafa Benitez – quindi non parliamo di questo. Oltretutto ci sono stati episodi anche nell’area del Torino». Non si rifugia nel silenzio diplomatico, effettivamente non ha mai commentato episodi a favore e contro, resta semplicemente coerente e prova a focalizzare l’attenzione sul gioco: «Credo che abbiamo creato occasioni come loro e dimostrato che la squadra vuole vincere fino alla fine. Il Torino si è chiuso molto bene per poi ripartire: sa cosa fare in campo, difendendosi e ripartendo, ma abbiamo mostrato voglia di vincere».
RITMO- Riconosce i meriti granata, ammette tuttavia che sull’andamento del match ha inciso anche la stanchezza azzurra: «Abbiamo giocato giovedì con il Porto: è dall’inizio della stagione che disputiamo due partite a settimana, senza mai riposare. Non è facile tenere questo ritmo contro una squadra che difende a cinque». Il pareggio avrebbe lasciato un’impronta negativa nel cammino verso il secondo posto, ma il tecnico azzurro non si sofferma più di tanto: «Sappiamo che dipende dalla Roma: dobbiamo solo fare il nostro e cercare di vincere sempre».
FIDUCIA- Cenno ai singoli, in particolare ad Hamsik e Higuain, decisivi per strappare i tre punti: «Hamsik molto meglio: ha aiutato entrambe le fasi facendo una buona partita. Higuain ci ha regalato quindici punti? Non regala nulla, è un professionista che lavora per il Napoli e io sono felice del suo contributo: per portare 15 punti alla squadra, ha bisogno dei compagni. Certo sappiamo che è un giocatore in grado di risolvere la partita anche all’ultimo minuto, nonostante l’avversario sia scomodo». Sullo slovacco, aggiunge un particolare tattico, poiché gli chiedono se abbia mai valutato la possibilità di arretrarlo: «Non ci ho pensato perché è molto bravo nell’ultimo passaggio e nell’inserimento, quindi il suo posto è quello. Ho detto che avevo fiducia in lui e lui ha risposto con una buona partita: credo che abbia la libertà di fare quello che vuole in campo».
PERSONALITA’- Altre citazioni: «Henrique ha qualità e personalità, se abbiamo bisogno di lui lo schieriamo dove occorre, anche come terzino destro. Callejon e Mertens, e dopo Insigne, si sono resi conto che non trovavano spazi. Inler, a centrocampo, quando l’altra squadra attaccava, si è trovato ben posizionato ma è difficile, poi, cercare di mantenere la posizione quando siamo noi ad attaccare: Jorginho è un giocatore più offensivo e lo lascia con troppo spazio da difendere. Sono contento dell’impegno di tutti, per noi ha fatto la differenza dimostrare voglia di voler vincere ancora a questo punto della stagione».
FINALE- Rivendica ancora i meriti del successo («Abbiamo visto tutti che non è stato facile vincere e per farlo abbiamo rischiato. Anche negli ultimi minuti, la squadra ha mostrato carattere e il risultato ci ha premiato»), poi rivolge lo sguardo all’Europa League: «Arriviamo con fiducia perché abbiamo vinto questa partita che era difficile: dobbiamo recuperare tutti e vedere di arrivare freschi a quella che sarà una finale. Il Porto ha qualità ed esperienza internazionale, sarà dura. Dobbiamo dare il meglio di noi stessi e fare almeno due gol se non tre, inutile nascondersi. Se passiamo il turno, sarà perfetto, se non dovessimo passarlo va bene lo stesso: chiederò ai miei di dare il massimo fino alla fine».
Fonte: Corriere dello Sport
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