Il Rafa-Napoli fa il colpaccio che mancava da una vita. Era un altro Napoli, persino un altro calcio, quando Maradona e Giordano stregarono la squadra rossonera che in panchina aveva Nils Liedholm. 2-1, ieri come allora. Solo che quell’anno lo scudetto non arrivò. Benitez si coccola la storia, gli piace, vive di questo: torna a Milano e vive una notte da conquistatore. È la sua vendetta per una città dove la notte non «parlava con i cuscini», ma con i fantasmi di Mourinho. «Siamo soddisfatti della vittoria, un po’ meno della prestazione. Il cuscino evidentemente mi ha detto cose positive perché le scelte sono andate bene anche se probabilmente abbiamo concesso davvero tante occasioni a Balotelli. Però non credo che il Napoli abbia sofferto veramente, abbiamo fatto un grande lavoro come squadra». Si lascia accarezzare dalle domande. Lo spogliatoio di San Siro non riserva per lui dolci ricordi. Almeno fino a ieri sera. «Ho detto che siamo al 72%, ora siamo al 73% della condizioni. Perché possiamo migliorare tanto e lo sappiamo che questo è solo un altro passo in avanti. Vincendo si possono migliorare le piccole cose. Solo così potremo vincere più partite». Incontentabile. Anche perché fino ad adesso le ha vinte tutte quelle ufficiali: 4 in campionato e una in Champions, contro il Borussia Dortmund e non contro una squadra delle Far Oer. Parla poco dei singoli e non esalta, né si esalta per la prova di Reina: «Lavora tanto insieme al preparatore ed agli altri portieri. Prima della gara si sono messi insieme a studiare i rigori di Balotelli per una ventina di minuti. La tv aiuta molto però. Abbiamo esperienza in queste situazioni con Dudek proprio contro il Milan e Reina ancora in Champions. Nei cinque che calciarono il rigore a Dudek, quattro sapevamo dove avrebbero tirato», dice facendo riferimento alla notte magica, per lui, in cui il suo Liverpool conquistò la Champions contro il Milan. Un accenno forse non casuale. Magari persino sgarbato in casa proprio del Milan. «La scelta di Mesto? Parliamo di un grandissimo giocatore e Maggio aveva peraltro aveva anche un fastidio al ginocchio». Promuove anche la prova di Lorenzo Insigne: «Ha qualità e talento, è un giocatore che può sempre fare male in ripartenza. Non era facile decidere il primo da cambiare ed Insigne è sempre pericoloso quando ha la palla al piede». Il primato, il filotto di quattro vittorie non trasforma tutto in oro luccicante: «Abbiamo sofferto, anche perché il Milan ha fatto una grande gara. Ma noi dobbiamo migliorare tante cose e lo sappiamo. Ma vincere qui deve soddisfare un allenatore: mi hanno detto che non si vinceva da tempo. Quello che a me più importa è che siamo riusciti a conquistare i tre punti contro una formazione forte. E poi la squadra ha mostrato carattere fino alla fine». Tira il bilancio della sfida a San Siro: «Non abbiamo sbagliato molto nella fase difensiva – spiega Benitez – qualche errore di troppo è stato fatto nelle ripartenze. Dobbiamo migliorare questo aspetto». Considera normale il calo della ripresa: «Tre partite in otto giorni sono tante e nel secondo posto ci è mancata decisamente un po’ di freschezza: la gara col Borussia è stata molto dispendiosa e ne abbiamo pagato le conseguenze nel finale di partita». Infine frena gli entusiasmi: «È solo la quarta giornata: stiamo solo all’inizio».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
A.F.
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