Non è un caso se lo chiamano Re di Coppe. E ieri Rafa Benitez lo ha dimostrato. L’undicesimo trofeo della sua carriera di allenatore è ancora una Coppa e, per la prima volta, la Coppa Italia. Con l’Inter aveva vinto la Supercoppa di Lega e il Mondiale per Club. Ma all’Inter Rafa non si è mai sentito a casa. «Le coppe di Milano sono state importanti, ma qui dall’inizio si è creato un clima differente, con la società accanto, i tifosi vicini. E’ stato veramente molto bello». Ieri quelle foto accanto a De Laurentiis e il trofeo appena vinto, foto sollecitate dal suo stesso presidente, testimoniano come il tecnico spagnolo a Napoli abbia trovato il clima, l’ambiente, la famiglia giusta per aprire un ciclo. «E’ stata una bella partita, l’abbiamo avuta sotto controllo, poi è vero che arrivati sul 2-0 il loro gol ci ha messo un po’ di pressione. Poi è arrivato il terzo gol che ha chiuso il discorso». Sorride quando lo chiamano specialista di Coppa: «Io specialista? Se hai una buona squadra è sempre più facile. Ho sempre detto che la sconfitta non avrebbe rovinato la stagione, ma la vittoria l’avrebbe trasformata rendendola molto positiva». Undici trofei, Rafa comincia la personalissima corsa verso la… seconda stella. Nove volte ha alzato Coppe e poi ha vinto due campionati. «Ora dobbiamo sfruttare questo momento, alla gara con il Cagliari manca un po’. La dedica per questa vittoria è alla mia famiglia e a tutti i tifosi che mi hanno aiutato e che ci hanno aiutato».
Candidatura secca. C’era Cesare Prandelli in tribuna e avrà sicuramente ammirato la doppietta dello scugnizzo. Rafa Benitez è stato netto a domanda diretta sull’argomento. Può sembrare facile farlo al termine di una partita così, in cui Lorenzo ha regalato la doppietta che aveva inizialmente messo in ginocchio la Fiorentina, prima di vederla reagire e alla fine perdere la finale. Ma è la seconda parte della stagione dell’attaccante italiano ad aver forse scompaginato le gerarchie mentali del ct. «Non è la prima volta che sento dire se Insigne deve andare al Mondiale o no – commenta Benitez – Io dico che uno come lui deve andare in una manifestazione così, perché in ogni partita è in grado di fare la differenza. Non sono io che ho insistito con Lorenzo, è lui che ha insistito su se stesso lavorando molto. Non è stato facile tenere fuori Mertens, ma Lorenzo davvero si è meritato questa finale. Ripeto, uno che fa gol e fa la differenza come lui per me deve fare il Mondiale». E’ un Napoli che ha futuro: «Dalla prima volta che ho parlato con il presidente De Laurentiis ho sentito la sua voglia di progetto. Questa squadra sta dimostrando di avere margini di crescita. Non solo, vincere aiuta a vincere e a far crescere questa mentalità».
De Laurentiis. Il presidente raggiante a fine gara. «E’ la vittoria che dedichiamo alla città di Napoli ai tifosi del Napoli e soprattutto a quello che è rimasto ferito gravemente, ma è stato anche prontamente soccorso e operato. Ringrazio i medici dell’ospedale che sono intervenuti, ringrazio il prefetto e il questore di Roma che hanno lavorato affinché si giocasse. Io ho sempre difeso Benitez? Ma Rafa non ha bisogno delle mie difese…. E questa vittoria ci consentirà di rigiocare l’eterna partita con la Juventus. Non a Pechino ma sempre in questo stadio. Non faremo alcuna festa per quello che è successo. La Coppa al San Paolo per Napoli-Cagliari».
Fonte: Corriere dello Sport
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