E se el pipita non dovesse farcela? Meno nove all’inizio della “fiesta”: e quando Napoli-Athletic comincerà, per mettere in palio in quelle tre ore complessive il quarto di nobiltà d’una Champions, saranno (circa) due settimane d’allenamento, una razione più o meno robusta per intrufolarsi in un test amichevole. Ma provarci è un dovere e crederci è un piacere: però riflettere è inevitabile e studiare le alternative è indispensabile.
LA PRIMA VOLTA. La voglia matta è di ascoltare quella musichetta, di vivere quella magia, di crescere (dentro) sentendo d’avercela fatta, accomondandosi al tavolo dei grandi: e in questo debutto sognato da Michu e da Zapata, c’è la sintesi d’una realizzazione professionale che passa attraverso la doppia sfida con l’Athletic Bilbao, da affrontare con la testa sgombera di pensieri, di tensioni, ed il cervello svuotato dalla responsabilità (eventuale) di evitare rimpianti per l’assenza di Higuain.
VERI NOVE. In nove giorni, tutto può succedere, persino che el pipita riesca ad essere (in sedicesimi) quel che solitamente è: però, allo stato attuale, Zapata è la prima scelta e Michu, per evidenti disagi di condizione, la seconda; e l’uno è diverso dall’altro, l’uno non esclude l’altro. Il campo – ma quello di Castelvolturno – dirà chi sta più avanti, chi ha più gamba, più presenza, più palpabile sensibilità con gli schemi e con la partita. Ma Zapata ha un anno di lezioni di Benitez alle spalle, è riuscito – nella sua prima stagione partenopea – a segnare ovunque, tranne che in Coppa Italia, ha manifestato i suoi progressi che quest’estate brevissima, concentrata, ha un po’ diluito. Però sa dare consistenza all’aggiramento, andando a saltare; funge da centravanti-boa ed aiuta nelle sponde, favorisce gli inserimenti dei centrocampi, di Hamsik innanzitutto, e non fa una piega nell’andare a rincorrere il primo centrocampista che avvia l’azione altrui.
LO SPAGNOLO. Michu s’è lasciato alle spalle una stagione tormentata con lo Swansea che ne ha un po’ impolverito il curriculum, però sa cosa vuole da lui Benitez e deve irrobustire i muscoli, acquisire rapidità, sgrossare quegli impedimenti che diventano inevitabili dopo un periodo più o meno lungo di inattività. La sua Napoli è in una vigilia lunghissima, è nell’attesa per l’Atheltic Bilbao ma anche per una prima volta in maglia azzurra (ufficiale) che gli tiene il morale e l’invita a crederci: «Questa è una svolta per la mia carriera: sono arrivato in un grande club e sono contentissimo di essere in una città in cui i tifosi sono così partecipi. Sarà un piacere giocarsi la qualificazione in un inferno come quello del San Mames. Io ho grande rispetto per loro» .
SI SCEGLIE. La formazione, per certi versi, la fa Higuain, al solito un cannibale, animato dal sacro furore della sfida, come dimostrò a Marsiglia, giocandosela nonostante fosse appesantito ed anche un po’ indolenzito: ma Zapata e Michu osservano, si scaldano. Fa caldo, tra Napoli e Bilbao.
Fonte: Corriere dello Sport
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