La Grande Bellezza è una recita a soggetto che induce a scoprirsi: veli che cascano ai piedi d’ognuno e aiutano a presentarsi seriamente e completamente, ad essere se stessi e stabilire, un contatto. Chiamatele, se volete, emozioni; o altrimenti, è empatia allo stato puro, una scelta istintiva e non ruffiana che spinge Benitez «nel ventre» di Napoli e la scorge con le porte del cuore spalancate. «Cuales son los diez lugares imprescindibles que hai que visitar en Napoles?». Ditelo a parole vostre: e, dal momento in cui el señor Rafa Benitez ha smesso di digitare sul proprio sito, l’onda anomala che lo travolge d’affetto lo guida (quasi) per mano nell’anima d’una città meravigliosa da attraversare con fierezza e curiosità, scegliendo un posto (uno qualsiasi) dal quale partire, per non fermarsi poi più: «Perché non basteranno gli anni del suo contratto, mister, per farle guardare tutti i posti più belli».
IMPATTO – Magari i Quartieri Spagnoli, chi può dirlo?, oppure no: e però in quel passaparola virtuale, c’è la coscienza reale d’una Napoli stordita dal Benitez moderno, un omone tecnologicamente (e mediaticamente) avanzato, che va dritto all’epidermide, che crea il dialogo ed attraverso esso s’aggrappa, pardon si lancia, a quella che sarà la sua gente. E’ un avvio pirotecnico un botta e centinaia di risposte che testimoniano la simpatia immediata e il desiderio di svelarsi del tutto, ancor prima del 21 giugno, la data cerchiata d’azzurro per una presentazione che sa di one man show.
EL MATADOR – Il suo Napoli sfila nelle retrovie rispetto alla «sua» Napoli, quell’universo nel quale immergersi avendo cognizione degli angoli che emergono da una cartina che gli viene riservata secondo gusti personalissimi d’una folta rappresentanza di fans. E però Cavani resta la priorità o anche il crocevia del futuro (calcistico) immediato, lo snodo di qualsiasi altra evoluzione d’un mercato che è nella fase embrionale: «So che interessa al Chelsea e aspetto una chiamata». Segnali di fumo (di Londra), nelle pieghe d’una vicenda che aiuterà a consumare l’estate, però contando i sessantatré milioni di euro, non uno in meno, per cedere alla clausola rescissoria, per dirigersi poi altrove, magari su Dzeko, la principale alternativa, un gigante dalle cui spalle si può intravedere un panorama europeo elettrizzante.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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