Dieci: ma con lode, perché in quella tempesta ch’è felicità allo stato puro, c’è un rigurgito emozionale ch’è figlia del dolore. «Dedicata ai tifosi, ma soprattutto alla memoria di Ciro». Dieci (coppe), però siamo a dodici, dovendo inserire nella bacheca di casa Benitez non solo le coppe ma pure i due scudetti di Valencia: e mentre intorno c’è l’ebbrezza d’una serata che resta scolpita, Napoli è un pensiero fisso, da portarsi a Liverpool per un Natale ch’è più che buono, è azzurrissimo.
E adesso, Rafa?
«Io sono un eterno insoddisfatto e chiederò a questo gruppo di ragazzi fantastici di osare sempre di più, di non fermarsi. Abbiamo dimostrato di potercela giocare con chiunque, abbiamo battuto una squadra staordinaria, allenata da un tecnico di elevatissimo spessore, siamo stati in svantaggio e non abbiamo mai mollato. Ce la siamo meritata».
Con un Higuain così tutto è possibile.
«Ma anche con Rafael, con un De Guzman, con un Hamsik così. Io non parlo dei singoli, toglierei qualcosa a chi, come Mertens e Callejon, è andato sul dischetto sofferente. L’abbiamo voluta, questa vittoria, ed è un premio per tutti».
Quale è stata la chiave?
«Prima di cominciare a giocarla l’ho detto a tutti, non si molla mai, neanche se si va in svantaggio. Io so come sono le finali, puoi soffrire e poi esultare. Non abbiamo mollato, non ci siamo disuniti dopo lo svantaggio. Devo fare i complimenti a tutti, a questo club fantastico in cui ognuno fa quel che deve. Eravamo sul punto di perderla, non avrei cambiato opinione: abbiamo ribadito che siamo una forza e non dò voti, perché a me non piace darli. Ma stiamo crescendo e lo faremo. Si può sempre migliorare».
Il gesto di Higuain è stato inequivocabile.
«Per questo sottolineo che sono stati bravissimi tutti, hanno mostrato carattere, hanno resistito e di fronte avevamo la Juventus, che ha un organico di enorme qualità».
La sostituzione di Pirlo può aver rappresentato un vantaggio?
«Noi allenatori siamo chiamati a decidere in un secondo e possiamo anche commettere degli errori. Ma non mi permetto di entrare nelle scelte altrui e comunque i bianconeri hanno un allenatore di riguardo: ve lo dico al cento per cento».
E’ stata durissima.
«Una bella espressione di calcio, in un Paese nel quale è piacevolissimo lavorare. De Guzman mi serviva, perché Mertens aveva problemi ad una caviglia; ma nessuno si è tirato indietro. Rafael è stato decisivo e Higuain ha fatto la differenza».
Tutto accade dopo il discorso di De Laurentiis.
«Che ha trasmesso fiducia alla squadra ed ha rincuorato ognuno di noi. Ma ora noi abbiamo altri obiettivi, non intendiamo fermarci, siamo convinti delle nostre potenzialità».
E per Benitez, che vince ancora, da ormai tre lustri, questa Supercoppa cosa rappresenta?
«Una soddisfazione che non so catalogare, e non sarebbe neanche giusto farlo. Tutti i successi vengono accolti con piacere e questo di Doha è arrivato, per me come altri, dal dischetto. E’ stata una sofferenza, siamo stati sul punto di uscire battuti ed invece abbiamo capovolto la situazione con coraggio».
Dirà: e adesso il Cesena…
«Mi viene naturale pensare alla prossima partita, sono fatto così. Ma sono contento di aver regalato uno splendido Natale a Napoli. Abbiamo margini di crescita ed io questo chiedo, nient’altro. Crescere. Vincere».
Fonte: Corriere dello Sport
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