Leggeri, please: con una spolverata d’ironia, il sorriso che abbonda e l’allegria che aiuta a restar seri e però senza prendersi tremendamente sul serio. E’ calcio, signore e signori, e va vissuto con quel filo (spesso) di buonumore, evitando di contorcersi nei luoghi comuni, spruzzando un velo (rosso) di distensione per aspettare il Toro da afferrare subito per le corna: «Giocano bene… E dunque conviene stare attenti». Si (ri)gioca e in quel clima gioioso, persino un po’ goliardico con la battuta veloce che aiuta a sdrammatizzare, il senso pieno della sfida è in quell’opera di «normalizzazione» sulla quale Benitez interviene a ritmo incessante, con modalità d’uso della vigilia che somigliano al calcio un po’ danzato del suo Napoli: sin pausa, però pure senza fretta. E, possibilmente, senza stress….
Ma il suo volto parla, Benitez.
«Perché dopo un allenamento del genere, un allenatore ha il diritto e il dovere di essere appagato: hanno fatto tutto e bene, con intensità. E l’atteggiamento della squadra, alla vigilia di una gara così difficile, soddisfa».
Saprà bene che l’eco delle dichiarazioni di De Laurentiis ancora s’ode.
«Ovviamente vi riferite al mercato. Ma mi sembra chiaro che il Napoli abbia in prospettiva l’intenzione di acquistare calciatori di livello. Se troveremo qualcuno, lo prenderemo. Io parlo sempre con il presidente, con Bigon. Sono già contento di ciò che ho: una squadra ».
Tre ruoli da coprire…
«Abbiamo avuto modo di parlarne a inizio stagione, ma noi eventualmente dovremmo migliorare l’organico. E siamo già una squadra con dei valori».
Altri tre acquisti basterebbero?
«Ma no, ce ne vorrebbero undici… Scherzi a parte: i calciatori stanno dimostrando la bontà del loro livello. Poi è anche vero che una società come il Napoli pensi al futuro: se Bigon dovesse dirmi che c’è un calciatore fortissimo e al prezzo giusto, io direi di sì…».
E’ dura inseguire la Roma?
«Rudi è bravo e furbo, ci ha pure assegnato i favori. Ma lui ha un organico con qualità e può andar lontano. Aritmeticamente, siamo a due partite di distanza dal primo posto: ma non abbiamo ansia addosso, è ancora troppo presto. Pensiamo alla crescita del collettivo, della manovra: sono convinto che alla distanza saremo lì e resteremo competitivi».
La domanda su Higuain non se la riparmierà.
«E io non ho problema a rispondere, perché Gonzalo sta bene, si allena, chiacchiera con me che provo a sondare il suo umore. E’ uno che ama molto il suo lavoro, un professionista serio che può segnare almeno venti gol… Ha bisogno di tempo per tornare al suo rendimento standard».
Ne aveva chiesti quindici ad Hamsik…
«Per qualcuno è in difficoltà: eppure ha già realizzato cinque reti. Vuol dire che ne farà subito altre dieci. Io sono contentissimo di lui, come degli altri. Come di Mertens, di Insigne, di Callejon, di Pandev, al quale non piace giocare sulla fascia».
La Juventus sta soffrendo.
«Ma resta un club di primissimo livello. Ha la Champions, che toglie energie. La Roma e l’Inter possono riposare, giocando una gara a settimana, e questo è un vantaggio».
In queste ultime settimane ha concesso vari giorni di riposo: è una cura?
«La testa è più importante del fisico, perché suggerisce i comportamenti e comanda i movimenti del corpo. Se i ragazzi sono contenti, lavorano meglio».
Alzi la testa dal cuscino e dica qualcosa che sappia di formazione.
«Ho a disposizione ragazzi straordinari e dunque c’è da valutare in maniera appropriata. Higuain sta cercando la condizione fisica, altri hanno speso tanto: mica si possono giocare dieci partite consecutive, se non sei Reina, dunque un portiere?»
Arriva il Toro di Cerci.
«Avversario organizzato, con tanto palleggio e anche ripartenze. Bisogna fare attenzione, hanno calciatori con la mentalità giusta. E Cerci è molto bravo».
Fonte: Il Corriere dello Sport
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